Intel non è interessata ad acquistare in licenza la tecnologia ARM per costruire intorno ad essa processori per telefoni cellulari. La smentita, quanto definitiva lo dirà il tempo, alle voci secondo le quali il gigante di Santa Clara starebbe valutando di produrre processori basati sulle istruzioni che muovono una percentuale molto consistente dei dispositivi mobili più moderni, arriva direttamente da Paul Otellini, amministratore delegato di Intel.
«Non avremmo alcun vantaggio da una simile scelta – ha detto Otellini durante l’incontro annuale per gli investitori -; saremmo dipendenti da ARM, saremmo vincolati a loro e dovremmo pagare delle royalties e questo diminuirebbe i profitti». Otellini ritiene di avere un asso nella manica per battere la pletora dei partner di ARM tra cui Nvidia, Texas Instruments, Qualcomm; si tratta di Medfield, ultima evoluzione dei SoC per il mobile al cui centro si trova un nuovo Atom da 32 nanometri, primo processore specificatamente orientato al mondo dei dispositivi da tasca. Grazie all’incremento del 37% nelle prestazioni rispetto alla precedente generazione e ad una riduzione dei consumi (vero tallone d’Achille dei chip ad architettura x86), Intel conta di raccogliere sufficiente consenso tra i produttori di telefoni per sfidare credibilmente ARM.
Otellini nel corso dell’incontro ha anche rivelato che i primi celulari con Medfield arriveranno entro fine anno; pronti a sbarcare nei negozi sono anche tablet fondati su Oak Trail, anche questa una nuova piattaforma Atom a basso consumo ed elevate prestazioni.