Se c’è un “bug”, dettato dal trionfo dei tablet, nel sistema che fino ad oggi ha alimentato il mercato di Intel che è ancora quasi del tutto assente da questa nicchia, per ora i suoi effetti non si sono ancora fatti sentire sul business di Santa Clara. Questo quanto è necessario dedurre scorrendo i numeri del trimestre fiscale del colosso dei processori arrivato nel corso della tarda serata di ieri.
Nonostante secondo diverse fonti i computer touch e gli smartphone stiano erodendo le vendite dei laptop, Intel ha infatti presentato risultati da record, addirittura il record storico di fatturato: 12,8 miliardi di dollari, il 25% in più dello stesso periodo dello scorso anno con un netto operativo di 3,2 miliardi di dollari, sempre il 25% in più dell’anno scorso.
Secondo quanto riferito dal CEO Paul Otellini ci sono buone notizie praticamente da tutti i settori strategici; il segmento client è cresciuto del 17% in fatturato, quello server del 32%. Pochi i problemi derivati dal problema verificato nel chipset Cougar Point; gli ingegneri della società sono stati più rapidi del previsto nel fare fronte ad esso. Secondo alcuni analisti Intel starebbe beneficiando di due fattori convergenti: il ciclo di rinnovo dei prodotti in azienda e la crescita del business dei server, questi ultimo fenomeno incentivato dal mercato dei cloud che a sua volta dipende proprio dal successo dei tablet.
L’unico elemento che in prospettiva deve continuare a preoccupare gli investitori è la crescita molto modesta (solo 4%) nel segmento dei processori per il settore ultramobile, in pratica degli Atom. La società americana ha però recentemente annunciato nuovi chipset destinati a questo mercato con i quali spera di prendere una posizione di rilievo e sfidare l’esercito di ARM che conta su realtà quali Samsung, Texas Instruments, Qualcomm, Marvell, Freescale, Nvidia e molte altre realtà emergenti.