I due co-CEO ad interim di Intel – quelli nominati dopo le dimissioni di Pat Gelsinger – riconoscono che l’azienda potrebbe essere obbligata a vendere le attività produttive se nuove tecnologie di fabbricazione in programma per il prossimo anno non si riveleranno un successo.
Lo riferisce Reuters spiegando che Michelle Johnston Holthaus e David Zinsner – i due co-CEO a interim di Intel – erano presenti giovedì 12 dicembre a San Francisco nell’ambito di una conferenza di Barclays nel settore dell’investment banking.
Holthaus ha riferito che la completa separazione delle divisioni di prodotto e produzione potrebbe non essere la migliore linea d’azione, ma non esclude del tutto questa decisione per il futuro. Zinsner – che è anche il Chief Financial Officer dell’azienda – ha confermato che mentre le due unità operano in modo indipendente con supervisione e finanze separate, la questione di una scissione formale è una decisione sul tavolo.
Intel si trova ad affrontare un mercato completamente diverso, nel quale fatica a tenere il passo con concorrenti quali TSMC e NVIDIA, sperimentando sulla “pelle”, un significativo declino nelle performance finanziarie.
Il fondatore di TSMC, Morris Chang, pochi giorni addietro commentando le dimissioni di Pat Gelsinger, ha dichiarato: “Non so perché Pat si sia dimesso. Non so se la sua strategia fosse sbagliata o se abbia peccato nell’esecuzione… Rispetto all’AI, sembra che si sia concentrato di più sul diventare una fonderia. Ovviamente ora sembra che avrebbe dovuto concentrarsi sull’AI. Al momento non hanno né una nuova strategia né un nuovo amministratore delegato. Trovare entrambi è molto difficile”.
Quando fu nominato al timone di Intel, circa quattro anni fa, Gelsinger decise di aprire le fonderie a terze parti, tuttavia l’azienda non è mai riuscita ad attirare clienti importante e la divisione è rimasta in fortissima perdita.
Pochi giorni addietro Gelsinger ha invitato le persone a pregare per Intel e le migliaia di dipendenti. Le sue dimissioni hanno reso ancora più evidenti i problemi, e l’assenza di fiducia in suoi piani che avrebbero dovuto risollevare le sorti della società.
A settembre sono circolate voci secondo le quaili Qualcomm potrebbe acquistare Intel (o, più probabile, qualche divisione della società). La Casa di Santa Clara è intanto alla ricerca di un CEO defintiivo; tra i nomi circolati come “papabili” anche quello di Johny Srouji, attuale vice presidente senior di Apple responsabile Hardware Technologies
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