Da qualche tempo si vocifera di difficoltà produttive di Intel per via del posticipo dell’entrata in servizio del nodo produttivo 10nm 3D-Gate Le difficoltà dell’azienda avrebbero fatto crescere i prezzi delle CPU per via di richieste superiori all’effettiva disponibilità e la multinazionale di Santa Clara starebbe pensando di affidare la produzione di alcuni chipset alle fonderie concorrenti come TSMC.
Portavoce di Intel interpellati dal sito SemiAccurate hanno negato l’esistenza di problemi affermando che quanto riportato dai media per quanto riguarda il processo produttivo con la tecnologia a 10nm è falso. «Stiamo facendo buoni progressi con i 10nm» si legge in un tweet, affermando che il rendimento migliora con buoni tassi, sulla falsariga di quanto dichiarato a fine settembre: “I rendimenti stanno migliorando e continuiamo ad attenderci una produzione a grandi volumi nel 2019”.
Secondo il sito SemiAccurate, la cessazione dell’attuale processo a 10nm sarebbe un bene per Intel, arrivando a parlare della “prima decisione da persone mature nell’azienda in molti anni”. Nel motivare questo ragionamento si punta ai profitti del calendario nel primo trimestre 2018, movimentati dal puntare su densità dei transistori in scala, anzi iper-scala, grazie alle strategie che le consentono di realizzare versioni da 14 nm, 14+ nanometri e 14++ nanometri.
Un improvviso cambiamento nella timeline è improbabile considerando l’entità di sforzi e risorse che sono stati necessari nello sviluppo delle esistenti tecnologie, senza considerare che una mossa così importante sarebbe la prima sotto la direzione di un CEO ad interim come Bob Swan.
Media reports published today that Intel is ending work on the 10nm process are untrue. We are making good progress on 10nm. Yields are improving consistent with the timeline we shared during our last earnings report.
— Intel News (@intelnews) October 22, 2018
Se Intel non dovesse riuscire a commercializzare le CPU a 10nm nel 2019, il danno d’immagine potrebbe essere enorme. I chip Cannon-Lake potrebbero essere molto interessanti per Apple. Tra i benefici che i 10nm consentiranno di ottenere, la possibilità di creare portatili con supporto di 32GB RAM LPDDR3. Apple al momento ha superato il limite dei 16GB sui MacBook Pro 2018 optando per le memorie DDR4 a 2400MHz su scheda che consentono di offrire macchine configurabili con 32GB di memoria, ma per farlo ha dovuto integrare una batteria di maggiore capacità.
I 10nm secondo Intel dovrebbero garantire un aumento di prestazioni fino al 25% rispetto alle CPU a 14nm; anche i consumi saranno ridotti e secondo il produttore i chip da 10nm sarebbero fino al 50% più efficienti rispetto agli attuali. Non è chiaro se tecnologia produttiva a 10 nanometri sarà adottata su tutta la gamma di processori ma, viste le difficoltà fin qui riscontrate, è ipotizzabile un rilascio graduale con le varianti delle famiglie Core destinate a macchine desktop, poi quelle per notebook e poi le Xeon destinate a workstation e server.
Ricordiamo che Cannon Lake è in fortissimo ritardo. Era stato annunciato nel 2015 (Macitynet ne parlò proprio nel 2015) e previsto per il lancio nel 2016. Una serie di successivi ritardi, dovuti in larga parte all’estremo processo di miniaturizzazione che riduce la resa degli impianti, ne hanno fatto via via scivolare la data di effettiva disponibilità