La strada per i Mac Pro di nuova generazione è ora spianata. Intel ha infatti annunciato la famiglia Xeon E5-2600 v4 (qui i dettagli tecnici), processori che potrebbero essere utili per aggiornare le macchine di prossima generazione.
I chip sono basati su tecnologie di processo a 14 nm, con prestazioni che prevedono oltre il 20 per cento di core e cache in più rispetto alla generazione precedente, supporto per memoria più veloce e tecnologie integrate di serie che consentono di accelerare una vasta gamma di carichi di lavoro in ambito server, rete e storage. Sono stati inoltre implementati miglioramenti intrinseci in termini di sicurezza, con funzioni per l’isolamento dei carichi di lavoro, l’applicazione di policy di sicurezza e crittografia veloce dei dati.
I 14nm consentono di offrire processori con 22 core contro i 18 della generazione v3. Anandtech spiega che le nuove CPU integrano ottimizzazioni interessanti sul versante virtualizzazione e velocità che nel prodotto top della gamma arrivano a 3,6 GHz.
Ricordiamo che gli attuali Mac Pro sono stati presentati nel 2013, alla WWDC del giugno di quell’anno, poi effettivamente messi in vendita solo a dicembre. Utilizzano processori della serie Ivy Bridge EP, una componente che risale al 2012 con velocità di 3,7 GHz, e schede grafiche AMD Fire Pro, anche queste piuttosto invecchiate. C’è quindi ampio spazio per un salto generazionale se Apple, magari in coincidenza con il rinnovo dei MacBook Pro che potrebbe avvenire alla WWDC, decidesse di rinnovare anche le macchine professionali.
Sono state presentate anche nuove unità a stato solido (SSD) ottimizzate per la famiglia i Intel Xeon E5‑2600 v4, lo storage aziendale e le implementazioni cloud. Le unità SSD Intel DC serie P3320 e P3520 sono le prime del produttore ad impiegare tecnologia NAND 3D, caratterizzata dalla massima densità del settore. Il modello DC P3320 offre un incremento prestazionale fino a 5 volte superiore rispetto a unità SSD basate su SATA3. Le unità SSD Intel DC serie D3700 e D3600 sono le prime unità PCI Express dual-port del produttore a utilizzare il protocollo NVMe (Non-Volatile Memory Express). Il design a due porte consente funzionalità essenziali come la ridondanza e il failover, proteggendo da eventuali perdite di dati in implementazioni di storage mission critical. A detta del produttore, i sistemi che impiegano SSD D3700 possono registrare un incremento di prestazioni fino a 6 volte superiore rispetto alle soluzioni SAS dual-port.
Apple nei Mac Pro usa dischi SSD con base di partenza da 256 GB e anche qui Intel potrebbe quindi venire in aiuto se Cupertino decidesse di usare queste componenti.