Intel sta offrendo ai produttori di PC un incentivo di 100$ grazie al quale questi potranno abbassare i prezzi e competere con Apple nel settore degli ultrabook. Lo riporta il sempre ben informato Digitimes, affermando che aziende come Acer, Asustek Computer e Toshiba riusciranno in questo modo ad abbassare il costo finale dei prodotti e potrebbero finalmente essere in grado di offrire ultrabook a meno di 1000$.
Nonostante l’incentivo di Intel, l’alto costo dei processori e delle unità SSD rende comunque difficile l’obiettivo. In un ultrabook con display da 13” il costo stimato dei materiali e di uno SSD è di 690$; a questi bisogna aggiungere i costi di produzione degli OEM (100$) e di marketing/distribuzione (150$) che incidono sul prezzo finale e lo portano a 940$, lasciando poco profitto ai distributori e rivenditori finali se quest’ultimi vogliono metterlo in vendita a meno di 1000$. Il MacBook Air da 13″ di Apple è in vendita a 1040 euro + IVA ma bisogna considerare fattori quali il case in alluminio, l’utilizzo di processori dual core, Bluetooth e connessioni come Thunderbolt non presenti nei potenziali ultrabook concorrenti.
Nei mesi scorsi proprio il costo era stato indicato come il principale ostacolo competitivo per i concorrenti di Apple. Cupertino riuscirebbe a produrre dispositivi molto appetibili nel rapporto tra funzioni, materiali e prezzo, tanto appetibili che ad Intel, che fa pressione sui suoi partner per adottare la piattaforma Ultrabook, sarebbe stato risposto che allo stato attuale delle cose è praticamente impossibile produrre qualche cosa di paragonabile ai MacBook Air allo stesso prezzo senza rimetterci. Diverso sarebbe il discorso se si scegliessero materiali più economici, si riducessero le funzionalità, le porte e le prestazioni. Ma attualmente il mercato in questa fascia premia primariamente chi produce macchine di qualità e di design. Apple da parte sua riesce nell’impresa grazie a contratti che per costi e garanzie sulle forniture sono impareggiabili da parte della concorrenza, il tutto frutto sia della formidabile abilità di Tim Cook considerato in questo genere di trattative il migliore al mondo che dei volumi generati.
[A cura di Mauro Notarianni]
