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Intel ha perso miliardi vendendo ad Apple la divisione chip-modem

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La vendita della divisione chip-modem ad Apple, ha lasciato l’amaro in bocca ai manager di Intel. A luglio di quest’anno, Apple e Intel hanno siglato un accordo che prevede l’acquisizione da parte dell’azienda di Cupertino della maggioranza della divisione modem smartphone di Intel. Circa 2200 dipendenti Intel ora lavorano per Apple, cui spettano inoltre proprietà intellettuali, attrezzature e locazioni correlate. L’operazione, che ha un valore di 1 miliardo di dollari, si è conclusa in queste settimane, subordinata ad approvazioni normative e ad altre condizioni sospensive, incluse consultazioni con il comitato aziendale e altre consultazioni in determinate giurisdizioni.

Intel ha depositato una memoria a supporto della FTC (l’ente governativo USA che si occupa della tutela dei consumatori e della gestione della concorrenza) nell’ambito dell’appello presentato da Qualcomm per un caso che riguarda l’antitrust e la cui decisione è attesa a maggio. Il verdetto potrebbe essere favorevole alla FTC, secondo la quale Qualcomm avrebbe costretto i partner a usare i suoi chip baseband impedendo ai concorrenti di entrare in questo business ricorrendo a pratiche e accordi anti concorrenziali.

Intel nella memoria e con un post sul blog aziendale, afferma di essere stata danneggiata dai comportamenti anticoncorrenziali di Qualcomm; all’azienda sarebbero state negate opportunità nel mercato dei chip-modem, impedendo vendite a clienti e costretta a praticare prezzi di vendita influenzati artificiosamente da Qualcomm. Questo comportamento avrebbe obbligato Intel stessa a uscire dal mercato dei chip-modem.

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All’inizio di quest’anno Apple ha seppellito anche l’ascia di guerra che la vedeva contrapposta a Qualcomm, mettendo la parola fine alle battaglie legali che vedevano da almeno due anni le due aziende contrapposte sulla questione royalty (Apple accusava Qualcomm di applicare sovrapprezzi ai suoi brevetti) ma alla fine è stato siglato un accordo di licenza per sei anni, entrato in vigore a partire dal 1° aprile 2019, che include la possibilità di proroga di altri due anni e un “contratto pluriennale per la fornitura di chipset”.

Immediatamente dopo l’accordo tra Apple e Qualcomm, Intel ha deciso di uscire dal business dei chip-modem. A luglio Apple ha acquisito la divisione in questione dal produttore di chip e appare ovvio che la Mela in futuro produrrà da sola i chip-modem di cui ha bisogno, una mossa sul lungo periodo per ridurre o eliminare del tutto la sua dipendenza da Qualcomm.

Intel non sembra contenta della situazione che si è venuta a creare, puntando il dito contro Qualcomm ed evidenziando di avere lottato per anni contro il comportamento scorretto di questa azienda. “Abbiamo investito miliardi, assunto migliaia di persone, comprato due aziende e realizzato prodotti innovativi e di prim’ordine che sono giunti nei leader di settore Apple iPhone, inclusi i più recenti iPhone 11. Ma alla fine dei conti, Intel non è stata capace di superare le artificiali e insormontabili barriere alla libera concorrenza create da Qualcomm ed è stata costretta a uscire dal settore quest’anno”.

Intel sembra intenzionata a dimostrare la scorrettezza del comportamento di Qualcomm alla quale i produttori sono stati e sono costretti ad adeguarsi, “condizioni unilaterali e onerose che permettono di ridurre artificialmente il prezzo dei suoi modem, incrementando contemporaneamente le spese dei clienti che decidono di rivolgersi ad aziende concorrenti, applicando delle licenze che costano quasi come i modem stessi”.

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