La legge di Moore non ce la fa più. Non è proprio questo quel che ha detto Brian Kzarnic, CEO di Intel, ma il fatto che abbia riconosciuto che sarà sempre più difficile continuare la strategia nota dal 2007 come “tick-tock”, modello che prevede l’alternanza di novità nelle tecnologie di produzione con quelle di microarchitettura, è un’esplicita ammissione che raddoppiare, come prevede la “legge” ogni due anni il numero dei transistor sui processori e quindi aumentare le prestazioni, sta diventando di fatto impossibile.
Con ogni ciclo “tick”, lo ricordiamo, Intel realizza progressi nella tecnologia del processo di produzione, sempre più miniaturizzata, e continua a offrire agli utenti i vantaggi previsti proprio dalla Legge di Moore. Il tipico aumento della densità dei transistor rende disponibili nuove funzionalità, livelli di prestazioni più elevati e una maggiore efficienza energetica, il tutto in una versione più piccola e funzionale rispetto alla precedente microarchitettura “tock” (ad esempio, un “tick” ha coinciso con l’introduzione da parte di Intel dei transistor tri-gate 3D con tecnologia del processo di produzione a 22 nm). Invece nei cicli “tock” sono sfruttate le precedenti tecnologie del processo di produzione del ciclo “tick” per introdurre una nuova e significativa innovazione nella microarchitettura dei processori.
Kzarnic, parlando con gli investitori, ha comunicato che la società ha raggiunto un fatturato di 13,2 miliardi di dollari e un utile netto di 2,7 miliardi, valori in calo del 5% e del 3% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno. I numeri, migliori rispetto a quelli previsti dagli analisti, evidenziano andamenti diversi secondo le varie divisioni: quella che si occupa dei processori per computer soffre di più, con un calo in termini di entrate del 25% rispetto all’anno scorso; va meglio il settore data center dove è stato registrato un incremento delle entrate del +10% e quello dell’Internet delle Cose: +4%. Fiacco invece il settore software e servizi, con un calo del -3%.
Tornando al discorso tick-tock Krzanich ha confermato che i processori Skylake di sesta generazione arriveranno sul mercato nella seconda metà di quest’anno. In ritardo la futura generazione, quella basata sul processo produttivo a 10nm e nota come “Cannonlake”. L’amministratore delegato di Intel ha parlato di possibili ritardi spiegando che anziché nel 2016, i futuri processori potrebbero arrivare nel 2017.
Se Intel incontra difficoltà con i 10nm, IBM sembra invece nel frattempo avere trovato un metodo per creare semiconduttori a 7 nanometri. Alcuni ricercatori che lavorano presso il NanoTech Complex del SUNY Poly ad Albany stanno espandendo i limiti della tecnologia dei chip verso la frontiera dei 7 nanometri per far fronte alle nuove sfide introdotte dalle tecnologie del cloud computing, dei Big data e del cognitive computing.