Un accordo storico per la portata economica ma anche e soprattutto per le ricadute tecniche cui potrebbe dare luogo. Ecco il succo dei commenti che rimbalzano da osservatori e analisti a margine dell’accordo tra Intel e Nvidia; il patto che ha messo fine ad una contesa sorta quando il gigante di Santa Clara ha chiuso alla produttrice di chip grafici l’accesso ai processori Core della serie “i”, è di ieri quando sono giunte a maturazione una serie di voci che puntavano in questa direzione da diverse settimane.
Il costo che ricade sulle casse di Intel, ben 1,5 miliardi di dollari, è il primo elemento a suscitare stupore. Che l’accordo avrebbe avuto un costo importante per la società di Otellini, anche per tacitare le accuse di concorrenza sleale, era dato per scontato, ma nessuno immaginava che la cifra avrebbe raggiunto questo livello; per capire l’impatto che la stretta di mano, basi considerare come nelle casse di Nvidia c’erano 2 miliardi di dollari. Intel comunque non paga senza un ritorno in tecnologie e questo è un aspetto in prospettiva anche più interessante di quello finanziario. Secondo quando ha riferito lo stesso CEO di Nvidia Jen Hsuan, Intel ha tra le mani la licenza per usare brevetti Nvidia per i prossimi sei anni e potenzialmente per creare un chipset con Sandy Bridge con tecnologia Nvidia ma anche e soprattutto per realizzare il successore di Sandy Bridge con un acceleratore grafico on die basato su tecnologia Nvidia.
Se, davvero, Intel andasse in questa direzione, si potrebbe assistere al sorgere di un’alleanza capace di contrastare in maniera efficiente le strategie di AMD che dopo l’acquisto di ATI è in possesso di tecnologie di primo piano nel settore dell’accelerazione grafica. Intel a sua volta avrebbe finalmente a disposizione processori e tecnologie in grado di dare una spinta alla sua offerta in termini di GPU che era e resta dietro a quella di Nvidia e di ATI.
Da parte sua Nvidia ha ribadito anche ieri di non essere più interessata a produrre chipset per processori Intel; questo significa che in futuro Apple, che ancora usa un chipset Nvidia per i suoi MacBook Pro 13 pollici, MacBook e MacBook Air, dovrà cercare nuove soluzioni per mantenere l’attuale livello di miniaturizzazione della scheda madre senza cedere sotto il profilo delle prestazioni o dei costi. Potrebbe essere un chipset Intel con GPU Nvidia questa soluzione?