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Intel dice addio ai chip Atom e al mercato smartphone e tablet

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Intel ha fatto sapere di avere cancellato gli Atom dal nome in codice “Sofia” e “Broxton”, chip destinati ai dispositivi mobili. In pratica questo significa che il produttore si arrende e non proseguirà nell’impresa, avviata anni fa, di produrre processori adatti a smartphone e tablet. Le risorse dedicate a Broxton e Sofia saranno destinate a “prodotti che offrono ricavi maggiori e l’opportunità di progredire nella nostra strategia”: questo quanto dichiarato da un portavoce in una mail riportata da PCWorld.

La svolt fa parte di una serie di azioni che, tra le altre cose, prevedono il taglio di 12.000 posti di lavoro e che sono indirizzate ad adeguare gli investimenti e le risorse verso ambiti più interessanti e redditizi, il che non era vero per il mondo Atom. Su questi processori Intel investe da anni, fin dal tempo dei mini PC portatili i quasi dimenticati Netbooks. In quel momento pareva interessante creare processori a ridotte richieste di energia, un traguardo raggiunto con una significativa riduzione di potenza, ma basati su architetture simili a quelle dei processori per laptop. Intel ha investito moltissimo su questo ambito, ottenendo anche un buon successo in fatto di vendite; poi quando i mini Pc portatili sono tramontati nello spazio di un mattino, ha spostato Atom sul mercato smartphone e tablet.

I suoi processori, nonostante gli sforzi tecnici compiuti, sono sempre stati però inferiori nel rapporto tra prestazioni e consumi rispetto alle architetture ARM che dominano il segmento.  Nel corso degli anni Intel ha avuto solo un modesto successo con gli Atom, quello ottenuto nei tablet, meno sensibili dei cellulari alle problematiche determinate dal consumo.  Così sono stati pochissimi i produttori che hanno abbracciato la piattaforma Atom. Intel ha anche provato ad affermare i processori Atom nel settore dei server e in ambiti dove c’era ancora spazio di crescita, ma senza successo. Ora che i principali produttori che si servivano di processori Atom, stanno migrando al fattore di forma dei convertibili adottando processori Skylake, tutto l’impianto strategico che stava dietro al lancio degli Atom è minato alle fondamenta.

Intel fa sapere che gli attuali, sparuti, clienti continueranno a ricevere prodotti e supporto per gli attuali Sofia 3G/3GR, Bay Trail e Cherry Trail, e Apollo Lake e SKU (Stock Keeping Unit) di alcune varianti della famiglia di processori Core, in seguito. Anche se l’azienda non lo dice è estremamente improbabile che vedremo nuovi processori della famiglia Atom; forse alcune varianti potrebbero essere applicate in alcuni prodotti per Internet delle cose e dispositivi specialistici, ma certamente non saranno mai più un prodotto di larga diffusione. Complessivamente, si stima, sono quantificabili nell’ordine dei miliardi gli investimenti attuati nel mondo dei processori a basso consumo Atom da parte di Intel, il che ne fa uno dei più clamorosi ed evidenti insuccessi della storia di Santa Clara.

Ora Intel destinerà le risorse e parte del personale che lavorava su Atom al mondo del 5G, i chip per reti ultraveloci del futuro potrebbero risollevare le sorti del grande produttore di semiconduttori e aiutarlo a recuperare mercato e fatturato in uno scenario dove anche il mercato dei PC, ancora dominato proprio da Intel, sembra in crisi. Il 5G con la velocità di 100 volte superiore a quella del 4G e la possibilità di essere messo non solo nei computer e nei cellulari, ma anche nei dispositivi di Internet delle cose, robot, automobili, droni, indossabili, potrebbe essere una svolta pari a quella di Centrino con cui Intel ha cambiato le sorti del mondo informatico, oltre che le proprie, portando il Wi-Fi ovunque e creando dal nulla un mercato florido, oltre che scenari inediti anche dal punto di vista degli utenti.

 

Intel Atom

 

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