In occasione della presentazione dei risultati finanziari del secondo trimestre fiscale 2020, Intel ha annunciato un ritardo nel rollout dei chip che sfruttano i 7 nanometri, il processo produttivo proprietario che dovrebbe contrappore ai 5nm di TSMC.
In precedenza il produttore di CPU aveva riferito il 2021 come anno di avvio per la produzione di chip usando il suo processo produttivo a 7 nanometri.
Nel comunicato stampa (qui in PDF), Intel riferisce che la principale causa del ritardo è il tasso di resa produttiva inferiore alle attese. “Sulla base di dati recenti”, si legge nel documento, “il trend è di circa dodici mesi indietro rispetto agli obiettivi della società”. In poche parole, Intel non è ancora una volta in grado di produrre chip con nuovi processi produttivi in modo economicamente sostenibile.
Intel riferisce che nel frattempo continuerà a concentrarsi sulla famiglia di chip a 10nm, inclusi i nuovi “Tiger Lake” e i previsti “Ice Lake” per server.
Alcuni prodotti di Apple come i MacBook Pro da 16″ usano i chip Ice Lake di 10a generazione. Apple nel frattempo, lo ricordiamo, ha annunciato la transizione dei Mac a processori “fatti in casa” (Apple Silicon). Cupertino prevede di commercializzare il primo Mac con processore proprietario entro la fine dell’anno e di completare la transizione in circa due anni. Apple continuerà per alcuni anni a supportare e a rilasciare nuove versioni di macOS per i Mac con processore Intel, e sta progettando alcuni nuovi Mac basati su Intel.
Intel lo scorso anno aveva parlato del nuovo processo produttivo a 7nm, indicando il 2021 come anno di riferimento e spiegando che successivamente vi sarebbe stato il passaggio ai 7 nanometri “plus” (7+ o 7nm+) nel 2022 e un anno più tardi ai 7 nanometri “plus plus” (7++ o 7 nm++). Tra i vantaggi dei 7nm, lo scaling maggiore, l’aumento delle prestazioni per watt del 20%, migliorie del 15% per quanto riguarda le prestazioni del transistor.
Per quanto riguarda i risultati finanziari del secondo trimestre 2020, Intel ha battuto le attese sugli utili e sui ricavi ma la guidance è inferiore alla previsione degli analisti. Per il Q2 del 2020 Intel vanta un utile per azione a $ 1,23, sopra le attese di mercato; il fatturato, 19,73 miliardi di dollari, si è attestato al di sopra delle previsioni di a $ 18,55 miliardi. La sezione Client Computing Group – quella che produce chip – ha realizzato ricavi per $ 9,50 miliardi di dollari nel trimestre (+7% su base annua). Per il corrente trimestre, l’azienda prevede di chiudere il Q3 2020 con un utile per azione a 1,10$ (consenso a $ 1,14 per azione), e con un giro d’affari a 18,20 miliardi di dollari.