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Intel, calo degli ordini peggiore degli ultimi 10 anni

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Il fatturato di Intel nell’ultimo trimestre è stato di 15,3 miliardi di dollari, inferiore del 22% rispetto allo stesso periodo del 2021, con batture di arresto per le divisioni Client Computing Group (CCG) e Datacenter and AI Group (DCAI), i cui ricavi si sono fermati rispettivamente a 7,7 e 4,6 miliardi segnando rispettivamente -25% e -16% rispetto al Q2 2021.

“Questi risultati sono al di sotto degli standard che abbiamo fissato per la società e i nostri azionisti. Dobbiamo fare di meglio, e lo faremo”, ha dichiarato ieri sera Pat Gelsinger, il CEO di Intel, lasciando immaginare che qualcosa non è andato come previsto.

Due le principali fonti di problemi. Da un lato, il mercato dei PC che sta vivendo un forte e marcato reflusso dopo il buon andamento del periodo Covid con l’esplosione nelle richieste dui apparecchiature informatiche.

“Alcuni dei nostri clienti più importanti stanno riducendo il loro inventario a un ritmo senza precedenti in 10 anni”, ha riferito Gelsinger. Pochi giorni fa, IDC e Gartner hanno indicato un secondo trimestre caratterizzato da un calo dal 12 al 15% nelle vendite globali di PC.

Intel sembra essere stata colpa alla sprovvista dal calo della domanda, al punto da non essere sta a in grado di anticipare in warning sui risultati.

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Il calo è probabilmente destinato a durare, con un impatto negativo anche sul terzo trimestre, ha avvertito lo Chief Financial Officer David Zinsner ma c’è anche chi pensa potrebbe trattarsi di uno shock a breve termine, e che la fine dell’anno potrebbe portare a una ripresa della situazione.

Anche Apple ha indicato nella presentazione dei risultati dell’ultimo trimestre un calo nella vendita dei Mac ma, così come per l’iPad, la colpa sarebbe secondo Tim Cook da attribuire a problematiche nella catena di approvvigionamento, non ancora in grado di produrre ai ritmi che Apple vorrebbe.

Tornando a Intel, l’azienda ha riferito di “condizioni di mercato avverse” evidenziando questioni quali inflazione, la guerra in Ucraina e la crescita dei tassi d’interesse. Anche Intel evidenzia problemi di approvvigionamento con gli OEM che stanno rispondendo alla situazione e altre problematiche legate alla filiera e al COVID, in particolare in Cina.

Non sono ad ogni modo tutte notizie negative per Intel: il produttore dovrebbe essere uno dei principali beneficiari di un piano da 52 miliardi di dollari votato dal governo degli Stati Uniti per incoraggiare la produzione di semiconduttori “in loco”. L’azienda ha anche siglato un accordo di produzione con MediaTek per alcuni chip di quest’ultima.

Poche settimane fa, Intel ha informato i suoi clienti che entro la fine dell’anno intende aumentare i prezzi di tutta una serie di microprocessori e chip, citando l’aumento di costi di varia natura come causa.

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