ARM è una meteora, un sogno effimero, una realtà con un presente gracile ed un futuro inesistente. A stroncare le possiblità di sopravvivere all’attuale successo dell’azienda britannica è Paul Otellini, CEO di Intel, in un’intervista rilasciata ad AllThingsD che farà probabilmente molto discutere.
Per Otellini i processori di Intel sono i migliori al mondo e la società da lui guidata sta lavorando per perfezionare velocemente i prodotti meglio di quanto qualsiasi altro concorrente possa fare, e ovviamente anche ARM non è in grado di competere. Certo, dice Otellini, ARM è sulla cresta dell’onda, ma anche Transmeta lo era e oggi in molti faticano anche a ricordarne il nome. Il paragone è, in un certo senso, calzante. L’azienda americana aveva creato processori compatibili con le istruzioni x86, ma capaci di ridottissimi consumi ed elevata efficienza in un momento in cui Intel puntava su clock sempre più veloci che moltiplicavano l’assorbimento di energia; i suoi prodotti ebbero elevatissima esposizione mediatica ma i chip Crusoe ed Efficieon non ebbero mai un successo commerciale, tanto che Transmeta si trasformò in una realtà che commercializza solo tecnologie e design, abbandonando per sempre la produzione di componenti e oggi è di fatto nell’oblìo, un destino, quello dell’oblio (visto che la formula di cessione di design e tecnologie è già quella perseguita da ARM) che secondo Intel dovrebbe toccare all’azienda di Cambrigde
In realtà ARM sembre essere su una china molto diversa da quella di Transmeta, tanto che c’è già chi da tempo sta testando sue soluzioni anche nel settore server, un campo dove finora Intel ha dominato senza troppi antagonisti. I processori X86 di AMD e Intel sono ottimi per compiti generici ma ora che le aziende si spostano sempre più verso il cloud, i big del settore studiano come guadagnare nei data center efficienza energetica; tra i vantaggi delle soluzioni ARM: bassi consumi e prestazioni adeguate, un campanello che ha messo in allarme la “macchina” Intel. I tempi, insomma, sono mutati tanto che ora in vista ci sono anche PC che possono eseguire Windows, al punto che si parla di un ipotetico Windows 9 con processori ARM anche su macchine desktop; eventualità che non pare preoccupare Otellini perchè, come succede con Windows 8, solo i software scritti da zero funzionano con le nuove versioni di Win per processori ARM, un elemento strategico che – almeno nel settore server – dovrebbe limitare di molto le possibilità di successo di ARM, benchè va detto che dietro le quinte aziende specializzate in virtualizzazione stanno cercando di capire se è possibile sciogliere anche questo nodo.
[A cura di Mauro Notarianni]