A mali estremi, estremi rimedi. Apple manda un team a casa di James Pinkstone, il musicista vittima della cancellazione della musica iTunes, per capire che cosa fosse successo. Di questa vicenda abbiamo abbondantemente parlato negli scorsi giorni, perché Pinkstone, è stato molto citato da coloro che lamentano, tempo, i problemi di Apple Music, tra cui appunto quello molto grave della cancellazione della musica.
I brani cancellati, che comprendevano anche suoi personali inediti, per un totale di 128 GB, sono spariti e, se non fosse che l’utente aveva preventivamente creato un backup dei dati, sarebbero stati impossibili da recuperare. L’impatto del problema, e il fatto che questo fosse forse il più clamoroso ma non unico caso, ha convinto Apple ad agire in fretta approfondendo le analisi direttamente sul posto.
La squadra in “missione per conto di Dio” era composta da due ingegneri Apple, Tom e Ezra, e direttamente a casa del musicista hanno cercato di riprodurre il problema scovandone le cause. In base a quanto si apprende, una volta sul posto, avrebbero riattivato l’account Apple Music di Pinkstone, procedendo con la consueta fase di rintracciamento e sincronizzazione dei brani sul cloud. Questa volta però avrebbero usato una versione speciale di iTunes, in grado di rintracciare le potenziali anomalie nel codice durante tutto il processo.
A quel punto i due ingegneri avrebbero chiesto all’utente di usare iTunes come di consueto, ad esempio acquistando brani musicali, importando canzoni e personalizzando le playlist. Il giorno seguente, sarebbero poi tornati nuovamente a casa di Pinkstone per raccogliere i log dei dati di utilizzo del software. Nel corso delle prove il team ha continuanto a comunicare anche in conferenza con altri ingegneri che si trovavano a Cupertino che a loro volta tenevano sotto controllo la situazione.
Tutto il processo pare aver permesso ad Apple di riprodurre i problemi descritti da Pinkstone, ma la società – si legge su Apple Insider – non ha ancora trovato il modo per risolverli completamente. «Sono certo che molte delle segnalazioni pervenute dopo la mia sono dovute ad un errore dell’utente» racconta il musicista «ma non fatico a credere che altre sono invece dovute ad un problema del software». Apple non è ancora pronta per portare sul tavolo la soluzione definitiva, ma sta facendo uno sforzo incredibile per trovarla il più in fretta possibile. Lo dimostra l’arrivo dei due ingegneri a casa di Pinkstone nel tentativo di scovare il bug: quante altre società avrebbero fatto lo stesso?