L’elio è un gas incolore e inodore, il secondo elemento più diffuso nell’Universo dopo l’idrogeno, ma da tempo gli attuali tassi di consumo rendono questo elemento scarsamente disponibile sulla Terra, al punto che molti paventavano rischi di esaurimento delle riserve nel giro di un ventennio (il prezzo dell’elio è cresciuto del 500% in 15 anni). Questo elemento non serve solo per gonfiare i palloncini ma anche per scopi più nobili e complessi come ad esempio le saldature, il rilevamento di emissioni industriali e delle centrali nucleari, per non far surriscaldare gli strumenti satellitari, per pulire i motori a razzo, è utilizzato negli scanner per la risonanza magnetica e in molti altri campi ancora.
Un nuovo metodo di ricerca del gas ha permesso di individuare un enorme giacimento in Tanzania, probabilmente il più grande al mondo mai trovato. La scoperta è merito di un team di ricerca delle università britanniche di Durham e Oxford che hanno collaborato con la compagnia norvegese Elio One con l’intenzione specifica di individuare questo elemento (finora è sempre stato reperito in seguito ad attività di trivellazioni di petrolio e gas), sfruttando un approccio molto innovativo.
Gli scienziati parlano di “una svolta” per le necessità future spiegando che la stessa tecnica di ricerca sfruttata in Tanzania potrebbe essere usata in altri luoghi garantendo l’approvvigionamento per il medical scanning e per altre industrie. La Diveena Danabalan spiega che i vulcani hanno un ruolo importante nella formazione delle riserve di elio; l’attività vulcanica probabilmente produce il calore necessario che consente all’elio di accumularsi nelle rocce.