In Karnataka, stato dell’India sud-occidentale, la polizia ha iniziato a utilizzare i droni per combattere le estrazioni di sabbia illegali, potendo monitorare il territorio dall’alto, con telecamere ad alta definizione, attrezzate anche per la visione notturna.
Al momento, le forze dell’ordine indiane possono contare su una flotta di 12 droni, acquistati dalla sud corea, che vengono gestiti da 20 funzionari di polizia sparsi in sei distretti nello Stato. Si tratta di Phantom 4, ultimo quadricottero rilasciato da DJI, ciascuno dei quali è costato 150.000 rupie indiane, pari a poco più di 1.900 euro. Sono equipaggiati con telecamere da 18.2 MP, con supporto alla visione notturna. Inoltre, sono in grado di salire un’altezza massima di 1 km, e rimanere in aria per circa mezz’ora.
In questo modo, ha riferito un portavoce della polizia locale per il tramite di Mashable, le forze dell’ordine potranno monitorare il territorio, combattendo l’estrazione di sabbia illegale, anche nelle zone poco illuminate, dove solitamente i malviventi preferiscono operare, nascosti dall’oscurità.
Mentre nel Paese l’uso commerciale e civile di droni resta limitato, le organizzazioni governative, come le ferrovie indiane e i dipartimenti di polizia, stanno sperimentando l’impiego di droni per monitorare anche il completamento dei progetti in corso; in altri casi, in zone limitrofe come in Delhi e Mumbai, i velivoli a controllo remoto vengono impiegati per monitorare aeroporti e stabilimenti di difesa.
L’uso civile, invece, resta molto limitato, anche per via delle stringenti leggi vigenti nel Paese, che impongono ai soggetti che entrano nel territorio di dichiarare il possesso di droni all’arrivo. Più di recente, la direzione generale dell’aviazione civile indiana ha indicato le linee guida per la registrazione di tutti gli UAV civili, attribuendo a ciascuna macchina un numero di identificazione unico, così da poter “regolamentare l’uso ingiustificato di droni”.