L’assemblea degli azionisti Apple ha respinto la proposta avanzata da un fondo pensionistico che chiedeva che i vertici dell’azienda rivelassero pubblicamente il piano di successione di Jobs. Il prevedibile no è arrivato sulla scorta di una raccomandazione del consiglio di amministrazione che aveva già da giorni presentato la sua opposizione alla domanda formale avanzata dal Central Laborers’ Pension Fund.
Secondo il fondo di investimenti che controlla 11.484 azioni AAPL, un piano di successione pubblico garantirebbe una facile ed indolore transizione nel caso Job dovesse decidere di abbandonare l’incarico di CEO. Da notare che la mozione non chiedeva di dire chi prenderà il posto di Jobs ma di stilare un piano pubblico triennale, da rivedere ogni anno, e un piano di emergenza. Apple da parte sua si era opposta sottolineando che una simile procedura costituirebbe un vantaggio per la concorrenza e indurrebbe alcuni manager ad abbandonare la loro posizione aggiungendo che un piano esiste e che questo viene rivisto costantemente ma senza rivelarlo all’esterno per ragioni, appunto, di sicurezza. La proposta, come accennato in apertura, è stata battuta anche se non ci sono informazioni sulle percentuali di votanti a favore e contro.
Nel corso dell’incontro (condotto da Tim Cook in assenza di Jobs), si è parlato anche di questioni tecniche, come l’assenza di plug-in in iOS. Questa scelta, criticata da un azionista, è stata difesa da Scott Forstall che ha definito i plug-in “pericolosi”. A chi ipotizza che Android, potrebbe stare ad iOS come Windows stava a Mac OS (e quindi battere il sistema operativo di Apple per una mera questione di alleanze), Schiller ha risposto che «viviamo in tempi diversi». Schiller ha anche respinto le accuse di eccessiva avidità per la richiesta del 30% del totale del costo del venduto su App Store rispetto a Google che richiede solo il 10%. «È vero che chiedono il 10% per gli abbonamenti – ha detto il capo del marketing di Apple riferendosi a Big G – ma pretendono il 30% per le app».
Cook ha difeso dalle accuse di un azionista le pratiche di Apple per la tutela dei diritti del lavoratori in Cina. E quando qualcuno gli ha chiesto se aveva visto la piece teatrale “The Agony and Ectasy of Steve Jobs” dove si parla di questo argomento, Cook ha risposto «non ho bisogno di andare a teatro per conoscere Jobs, lo conosco personalmente». Infine ha anche detto di non avere avuto notizia di quanto detto nei giorni scorsi i proposito: «se qualche cosa non passa su CNBC o su CNN mi sfugge».
Infine si è appreso che il data center del North Carolina è quasi pronto per prendere servizio. L’accensione delle macchine avverrà entro la primavera.