Se di Democratici, come sembra ora possibile, riusciranno ad ottenere la maggioranza alla camera dei rappresentanti dopo le elezioni di novembre, Apple potrebbe essere chiamata in causa nelle indagini nel cosiddetto Russiagate. Le intenzioni del partito americano dell’asinello sono esposte in una nota che viene menzionata da The Intercept
In particolare, dice il documento, per fare luce sui risvolti della vicenda potrebbe diventare potrebbe essere interessante avere la lista delle applicazioni di messaggistica criptate scaricate di alcuni funzionari chiave. Tra le tante, la commissione sostiene che sarebbe utile cercare di mettere in luce i dati provenienti da «tutte le applicazioni di messaggistica che il signor [Jared] Kushner ha utilizzato durante la campagna, come SMS, iMessage, WhatsApp, Facebook Messenger, Signal, Slack , Instagram, Snapchat, e altre ancora».
Tra le app di messaggistica che il comitato vorrebbe scardinare c’è anche ProtonMail, il servizio di posta elettronica crittografata. Già un membro dello staff della Casa Bianca, Ryan P. McAvoy, annotò password e mail di ProtonMail in un biglietto di cancelleria dell Casa Bianca, dimenticandolo ad una fermata dell’autobus proprio vicino la White House.
Il memo dei democratici arriva dopo che i repubblicani del Comitato dei Servizi Segreti della Camera ha annunciato lunedì scorso di non aver trovato alcuna prova della collusione di Trump con il presidente russo Vladimir Putin per vincere le elezioni del 2016. Adesso, i democratici metterebbero di nuovo tutto in discussione, volendo cercare le prove proprio tra i messaggi di chat criptate, scambiate tra alcuni funzionari chiave della campagna.
Sarà impresa particolarmente ardua, considerando che negli ultimi anni, Apple e WhatsApp hanno puntato sempre più sulla privacy delle loro app di messaggistica, evidenziando la loro incapacità di divulgare il contenuto delle conversazioni degli utenti. La richiesta dei democratici ad Apple, però, non sarebbe quella di ricevere i messaggi in chiaro scambiati tra i funzionari, bensì solo i record dei nominativi di chi ha scaricato determinate applicazioni di messaggistica istantanea criptata.
Un portavoce Apple ha già dichiarato che la società non ha nulla da dire proposito, anche se è noto che società mantiene i record dei download delle app, e che potrebbero essere resi noti solo a seguito di un ordine del tribunale.
Ottenere, invece, i messaggi di WhatsApp sembrerebbe ancor più complicato. La società di Facebook, infatti, così come Apple del resto, fa un pesante uso della crittografia dei dati, rendendo praticamente illeggibili le chat degli utenti: tutti i messaggi sono protetti da crittografia end-to-end, così che il testo protetto non può essere letto, in alcun caso, al di fuori delle chat. Apple e WhatsApp sostengono di non essere loro stessi in grado di accedere ai messaggi, né di fornire le chiavi di decrittazione necessarie per il testo in chiaro. Questo vuol dire che, anche nel caso in cui un tribunale ordinasse loro di rendere leggibili i messaggi, non sarebbe comunque possibile.
Sarebbe, però, possibile ottenere anche da WhatsApp alcuni dati collaterali di chi ha utilizzato la chat, come metadati differenti dai testi in chiaro. Ad esempio, si potrebbero ottenere i log riguardanti la posizione di chi ha messaggiato. Insomma, il russiagate sembra ancora tenere banco nella politica internazionale di queste settimane, anche se sembra difficile poter portare alla luce il contenuto di alcuni messaggi scambiati all’interno delle chat di Facebook e Apple.
In ogni caso per mettere in atto anche le mosse basiche del piano (chiedere ad Apple e alle altre aziende l’elenco delle applicazioni usate) i democratici dovrebbero avere la maggioranza al parlamento, cosa che per ora è solo una ipotesi, anche se più probabile di quanto non lo sarebbe stato in passato.