Fermarsi ad ammirare la notte stellata con Van Gogh, osservare le ballerine da dietro le quinte con Degas, sostare sul ponticello delle ninfee con Monet: questo sogno, condiviso non solo da appassionati d’arte, ma anche dai bambini e da chi è particolarmente romantico, è diventato realtà grazie alla realtà virtuale. Il primo luogo dell’arte che la tecnologia ha reso “visitabile” ed esplorabile è uno degli scenari più misteriosi della storia dell’impressionismo francese, il Café de la Gare di Arles, al quale è stata dedicata un’opera di Vincent Van Gogh, “Le Café de nuit”. Grazie alle possibilità offerte da VR Jam, l’osservatore ha la possibilità di vivere un’esperienza di realtà virtuale: gli sembrerà di trovarsi accanto a Van Gogh e di osservare quegli spazi che il pittore ha per sempre fermato con il colore sulla tela.
Mac Cauley, l’artista che ha pensato e realizzato questo progetto a metà tra arte e tecnologia, non si fermato ai confini del quadro, ma ha lavorato di fantasia includendo nell’esperienza nella realtà virtuale oggetti e scene di altri famosi dipinti di Van Gogh. “Durante la creazione degli ambienti di questo dipinto, nello spazio 3D ho avuto la possibilità di aggiungere elementi che potevano essere nascosti: camere dietro a porte, oggetti nascosti dalla vista, persone che si muovono nello spazio – ha scritto Cauley nel blog di Oculus mobile VR Jam 2015 dove è stato presentato il suo lavoro -. E’ stato un progetto interessante: oltre alla materia, l’arte degli impressionisti, è stato esaltante immaginare ciò che poteva trovarsi appena fuori dai bordi della tela”. Una realtà virtuale, quella offerta da questo progetto realizzato con VR Jam, che potrebbe aprire a delle applicazioni interessanti per l’istruzione e per la fruizione delle opere d’arte. Il progetto di Mac Cauley si può visualizzare nel video in calce all’articolo.