Tutto in un pacchetto solo, estremamente portatile. Per una velocissima ma intensa due giorni di lavoro a Boston nel borsone da viaggio – serve poca roba – l’iPad Pro neanche si sente. È il modello da 11 pollici, che ha sia la tastiera di Apple Slim Keyboard che la Apple Pencil.
Un pacchetto arricchito dal caricabatterie leggero (ma più potente di quello di serie: 30 watt) del MacBook 12 pollici che invece rimane a casa, e dalla coppia di cavetti Lightning-Usb C e Apple Watch – Usb-C originali, che permetterà di semplificare al massimo le necessità di ricarica durante il viaggio. Completano il corredo, oltre all’ultima generazione di Apple Watch, le Apple AirPods 2 con ricarica wireless, di cui Macity ha già parlato.
L’obiettivo, cogliendo l’occasione di un viaggio molto rapido negli Usa per partecipare a una conferenza (partenza il lunedì mattina e rientro a Malpensa il giovedì mattina) è quello di fare un esperimento: rinfrescarsi le idee su quello che si può veramente fare e quello che non si può con iOS 12, il sistema operativo di Apple ottimo ma criticato per essere stato una sorta di “freno a mano” di questa generazione di iPad Pro con presa Usb-C, che sono in realtà dei veri mostri di potenza.
Facciamo questo esperiemento “senza rete” (senza Mac, cioè, l’unico modo per valutare effettivamente cosa si riesce a fare con iPad Pro) e poi, quando sarà disponibile la beta pubblica di iPadOS, vedremo la seconda parte con un altro viaggio, un’altra versione del sistema operativo. Ma lo stesso tablet.
La grande leggerezza in viaggio
Non occorre essere troppo arguti per notare la leggerezza e portabilità di iPad Pro 11. A differenza del fratello maggiore da 12,9 e del MacBook con schermo da 12 pollici (il più piccolo MacBook attualmente in commercio), l’11 pollici si infila sostanzialmente ovunque. Nel borsone entra come se fosse un libro, la pochette con il caricabatterie, due adattatori (mai usati nel viaggio) e tre cavetti è minuscola, sembra quasi di non aver preso niente.
Controlli di sicurezza ok, ergonomia per l’aereo perfetto. Dopo un tragitto Milano Roma per prendere li diretto per Boston, un A330 di Alitalia, l’iPad sostituisce tutto: centro di intrattenimento di bordo, strumento di lavoro per rivedere un po’ di mail e documenti, connettività, pianificazione dell’arrivo. La batteria va giù del 15% dopo un uso prolungato ma leggero. Un campione di leggerezza.
All’arrivo a Boston il borsone da spalla attira l’attenzione della sicurezza che fa un controllo approfondito per capire come mai si arriva da un volo intercontinentale senza valigie al seguito. Lo scambio è rilassato: “Resto due giorni e basta l’iPad”, spiego al poliziotto, e poi aggiungo: “Ma il controllo è perché ho solo questo bagaglio?”. La risposta sorridente: “Le dico un segreto: devo fare un certo numero di controlli casuali al giorno e cerco sempre di fermare chi ha meno bagagli, così c’è meno da controllare”. Accanto a noi passa una coppia di colore con sei o sette trolley caricati in precario equilibrio su un carrello.
Strumento di lavoro
Qui ci sono le note dolenti. Mentre iPad Pro è perfetto per prendere appunti e scrivere -se questo è il vostro lavoro – la gestione dei flussi che tradizionalmente si fanno con il MacBook diventa una vera impresa. Ci sono le app, ci sono i modi per costruire anche le automazioni, ci sono tantissimi trucchi, ma la chiave fondamentale di lettura è una sola: occorre lavorare in un altro modo, cioè rivedere tutti i propri flussi di lavoro.
Questa non solo non è una decisione che si improvvisa a diecimila metri di quota, ma è anche un problema più ampio. I flussi doppi sono un problema (due modi per fare la stessa cosa) e creare un nuovo flusso vuol dire probabilmente ammazzare quello che gira sempre sul MacBook o comunque sui Mac tradizionali.
Quindi occorre anche una riflessione sul fatto che l’iPad con iOS 12 espone i dati in maniera manchevole, tramite postazioni provvisorie (File e l’accesso a iCloud che poi diventa complesso se bisogna passare ad altro) rendendo ad esempio la creazione di note di pagamento in Numbers, poi trasformate in Pdf, firmate e spedite, un problema.
Così come diventa un problema gestire cartelle che contengono singoli progetti con documenti eterogenei – basati su dropbox anziché su icloud – e cose simili. Anche prendere appunti e gestire schermate da mettere all’interno di una gallery da pubblicare su WordPress, oltre a gestire WordPress stesso da Safari in modalità iOS, è un po’ una impresa.
Un bilancio non completamente positivo
La due giorni si è tramutata in una battaglia lavorativa. Conviene semplicemente lasciar perdere alcune attività (di gestione e contabile) per quando si torna a Milano. Altre cose, come prendere gli appunti con Apple Pencil e Notability, è comodo ma solo relativamente: occorre avere un flusso di lavoro in cui si integri Notability altrimenti non serve a niente se non ad avere un foglio estemporaneo di appunti: tanto vale scriverli su un foglio di carta se poi vanno ricopiati.
Ultima nota: con iPad il viaggio scorre molto leggero perché, a differenza del Mac, le dimensioni ridotte e la possibilità di essere usato in maniera tablet lo rendono anche uno strumento di relax e di “lavoro in poltrona”: si leggono documenti, si prendono appunti, si scrivono mail. Una scrittura più concentrata con la tastiera leggermente più piccola del naturale e non illuminata fornita da Apple per l’iPad Pro 11 è faticoso solo in determinate circostanze e dopo un lungo lavoro.
La sicurezza dell’apparecchio, la sua blindatura e velocità di funzionamento costante, sono una garanzia. Il bisogno della connessione costante per le cose in rete è relativamente calato e comunque si impara a salvare le pagine che occorre leggere con calma su Pocket (e a scaricarle prima di partire). Si leggono molto bene libri e fumetti, si guardano film e telefilm, ci si intrattiene.
La ricetta iPad Pro 11 con iOS 12, penna e tastiera è però cotta solo a metà. Manca ancora qualcosa. Ci sono tutti gli elementi, a quanto pare, ma non abbiamo ancora una pietanza completamente cucinata. Vedremo molto presto, quando arriverà iPadOS, che cosa cambierà.