Viaggiare con classe, perché il computer è diventato l’accessorio più importante della nostra vita professionale e non solo. Superiore anche a tablet e smartphone. E allora, come ci presentiamo? Cosa ci serve? Cosa usiamo? Vediamo qui di seguito come si deve muovere nel 2020 il moderno nomade digitale.
Una custodia per domarle tutte
L’argomento è piuttosto combattuto e divisivo. Quale custodia? C’è chi va con il MacBook tipo “commando”, nudo e crudo dentro la borsa, in uno scomparto che si suppone sufficientemente protetto. Uomini veri, direte voi, che non hanno paura di qualche colpo di troppo. Per il resto di noi, c’è chi chiede a gran voce cover, protezioni e altri tipi di strumenti di ammortizzamento del nostro prezioso strumento di lavoro digitale. Qui vi proponiamo due alternative.
La prima è Made in Apple ed è la custodia in pelle (disponibile nei colori blu notte, cuoio e nero), fatta con una morbida fodera in microfibra e dal costo non popolare di 199 euro (su Amazon è in sconto del 12%), ha di bello che è compatibile con entrambi i MacBook sia Pro 13 che Air e che nell’Air permette di connettere un cavetto alla porta Usb C del computer senza doverlo estrarre.
Ha una protezione sui bordi dovuta alla ribattitura della cucitura, non è certamente “blindata” ma chi scrive usa l’equivalente per il MacBook Retina con schermo 12 pollici da tre anni con grandissime soddisfazioni e nessun problema. In alternativa, c’è sempre l’ottima Skinny Sleeve di Acme Made (che sembra più un prodotto Moleskine per l’elastico laterale che tiene fermo il computer). Comunque, ha due placche di metallo per proteggere i lati del computer e le cuciture sono molto evidenziate per fare da ammortizzatore complessivo.
Anche questa, usata dal cronista a lungo sul vecchio MacBook Air 13 (vecchia generazione) ha mantenuto le medesime caratteristiche ed è un ottimo strumento da viaggio per i nuovi MacBook Air post 2018 e MacBook Pro 13 post 2016. Attenzione che probabilmente non sono completamente interscambiabili: meglio prendere quella giusta.
Alimentatori e powerbank con gli attributi
Apple non regala niente, lo sappiamo. E spesso gli alimentatori sono l’anello debole della sua catena del prodotto. Se è vero che i MacBook Air non hanno bisogno di molta potenza, per i MacBook Pro seppure 13 pollici c’è bisogno di più birra, certamente, per far girare i processori i5 e i7 di Intel. E questa birra deve arrivare con il giusto wattaggio. Ci pensano i nostri amici della trimurti cinese a fornire i powerbank adeguati: Anker, Aukey e Ravpower. Ce ne sono tre che sono interessanti per chi ha un MacBook di questo tipo: ricordiamoci che il MacBook con schermo Retina da 12 pollici discende direttamente dal MacBook Air 11 pollici, mentre il MacBook Air attuale discende dal MacBook Air 13.
Aukey
La prima è il powerbank di Aukey con Usb-C Power Bank 20.000 mAh. Si tratta di un prodotto con 4 porte e tre ingressi, ricarica i vari iPhone o telefoni della concorrenza, tablet e ovviamente riesce a reggere anche l’alimentazione di un MacBook “leggero” come quelli di cui stiamo parlando, seppure non ha la Power Delivery. Un peccato.
Anker
Ci pensa invece Anker con il suo caricabatterie portatile PowerCore+ a sparare alto: 26.800 mAh, Power Delivery, 30 Watt in uscita. Ha quasi tutto quel che serve e permette di andare molto lontano anche come resistenza con la scocca in alluminio. I tempi di ricarica del powerbank però sono epocali. Comunque, qui il fuoco è sulla Usb-C e due Usb-A 3.0, con un pulsante con led in circolo che indica il livello di carica o di ricarica per decimi di batteria (una rarità).
Ravpower
Terzo giocatore della nazionale cinese delle batterie è Ravpower con la sua batteria Usb-C esterna da 26.800 mAh (Come il PowerCore+) ma senza Power Delivery (che è poi il motivo per cui costa un po’ meno). Uscita da 15 Watt, doppia porta in ingresso, Usb-C da 5V/3A. Tiene in vita un MacBook del tipo di cui parliamo ma lo ricarica solo se in pausa, e comunque lentamente. Appena sufficiente.
Zmi
C’è anche un quarto incomodo in questo settore, dove in realtà le aziende cinesi che cercano di farsi le scarpe ed emergere sono parecchie. Si tratta di Zmi, con una batteria che fa anche da hub USb. Tra le più potenti in commercio, con una uscita da 45 Watt con Power Delivery. È insomma il più adatto anche per i MacBook Pro più performanti anche se ha un difetto: la potenza c’è ma la capacità un po’ meno. Il powerbank infatti si ferma a 20mila mAh, circa un terzo in meno dei concorrenti più capaci. Il che è un peccato.
Alimentatori di rete
Abbiamo già parlato di vari altri alimentatori da rete con uscita Usb-C e Power Delivery (che serve a poco con i MacBook, ma aiuta molto i telefoni e i tablet). Qui traiamo insegnamento dal passato e proponiamo un accessorio da viaggio che ha il suo punto di forza nella presenza di due porte Usb-C.
Si tratta del caricabatterie Aukey Usb-C da muro con 36 Watt Power Delivery con tecnologia GaN per le ridotte dimensioni e con Dynamic per capire se è agganciato un solo apparecchio (e va a 36 Watt sulla porta usata) o se ce ne sono due e va a 18 Watt (per caricare due telefoni o un telefono e un tablet). È un po’ tirato per essere il vero caricabatterie di un MacBook Pro 13, ma ha due prese. Invece, se si vuole restare sul classico, ecco il modello Aukey Usb-C sempre con tecnologia GaN e Power Delivery ma questa volta da 60 Watt.
Collegarsi al mondo
Sia il MacBook Air che il MacBook Pro 13 nella versione “light” con processore da 2,4 GHz hanno due porte Usb-C sullo stesso lato sinistro. Entrambe possono essere usate per alimentazione e dati. Si possono usare tutti gli accessori Apple del caso, che tendono però a essere monofunzione e piuttosto costosi, oppure ricorrere a un buon hub che faccia tutto. Viaggiando forse è meglio partire abbastanza preparati. Fra i vari hub, che nel tempo sono cambiati anche come stile e moda del momento, ce n’è uno che si è dimostrato sempre piuttosto interessante.
Si tratta dell’hub prodotto da Inateck con nome in codice SC01004, piccolo e compatto. Il cavo USB-C è di tipo a piattina e si incastra perfettamente nella scocca, rendendolo così una soluzione prettamente tascabile e adatta a chi vuole viaggiare. Presenta una Usb-C che serve ad alimentare il dispositivo connesso, con possibilità di far passare Power Delivery, supportando fino a 100 Watt di potenza. Poi ha una porta Hdmi e una porta Usb-A 3.0. Non ci sono porte per Sd Card e micro SD, né per collegamento video VGA che sta diventando sempre meno diffuso e che quindi viene raramente implementato.
Per avere la possibilità di scaricare le foto o i video direttamente dalle schede SD e micro SD si può fare riferimento ad altri modelli di hub Inateck. In particolare questo hub a sette porte: è costruito con un robusto chassis in alluminio e sfruttando la porta USB-C di connessione ne mette a disposizione una seconda per la ricarica passtrough, 3 porte USB-A, una presa HDMI, e gli slot SD e microSD per la lettura delle schede.
E la buona, vecchia Ethernet?
Se infine necessitate di una connessione dati fissa, una Ethernet, perché è veloce e sicura oltre che molto stabile, non si può più guardare ad Apple perché produce “solo” un adattatore da Thunderbolt a Gigabit Ethernet. Per chi vuole uno strumento che non sia solo Thunderbolt c’è però un validissimo prodotto di terze parti che ha stabilità e buona componentistica: l’adattatore Usb-C per Ethernet da 1 Gigabit della tedesca Roline (utilizzato anche negli Apple store dal personale Apple) che abbiamo recensito qui assieme al “vecchio classico” di casa Apple: l’adattatore di Apple modello A1277 da 100 Mbps che richiede un ulteriore adattatore Usb-A a Usb-C per funzionare. Se ne trova ancora qualche pezzo su Amazon.
Un altro adattatore che può tornare utile se ci si deve collegare a dischi esterni o monitor che utilizzano la Thunderbolt 2 (e non la TB3, basata su Usb-C per quanto riguarda lo standard del connettore), non bisogna dimenticare che lo strumento migliore, e pressoché unico, è in questo caso quello di Apple. L’adattatore da Thunderbolt 2 a Thunderbolt 3 di Apple è costoso ma è anche bidirezionale, cioè consente di collegare i nuovi accessori Thunderbolt 3 a un vecchio Mac con presa Thunderbolt o Thunderbolt 2. Prerogativa quest’ultima che lo rende comunque un prodotto unico.
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