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In un video il paradiso dei Mac mini e Mac Pro

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Nel corso dell’evento Apple tenutosi alla Brooklyn Academy of Music il 30 ottobre 2018 è stato presentato, tra le altre cose, il Mac mini rinnovato. Lanciato nel 2005 come il computer Apple più piccolo ed economico, con la sua potenza e versatilità Mac mini è diventato – tra le altre cose – il dispositivo preferito da molti sviluppatori per ogni fase del processo di creazione di un’app, dai tinkering ai test, fino alle simulazioni in scala. Per questo è stato fondamentale per la nascita, lo sviluppo e la messa a punto di alcune delle app più conosciute.

“Candy Crush, Shopify, Day One sono solo un esempio dei giochi e delle app nate su Mac mini. È veramente il coltellino svizzero dei computer.” dichiara Brian Stucki di Mac Stadium, una società che gestisce circa 8000 sistemi Mac mini in data center condivisi aperti a tutte le tipologie di sviluppatori, dalle piccole startup ad alcune delle aziende Fortune 500 più importanti.

Lo YouTuber Quinn Nelson del canale Snazzy Labs è andato a Las Vegas e ha avuto modo di visitare l’azienda citata da Apple nel suo ultimo keynote. Quando si pensa ad aziende che gestiscono data center, nell’immaginario collettivo si pensa a stanze con server tipo tower che producono grandi quantità di calore, stanze con enormi quantità di cavi sui quali viaggiano grandi quantità di dati, Nel filmato che alleghiamo in questo articolo si vedono muri di Mac mini e Mac Pro sistemati in rack puliti ed essenziali.

Brian Stucki, Vice Presidente di MacStadium, ha spiegato che l’azienda per quale lavora offre infrastrutture di Mac alla stregia di un servizio. Anziché comprare tanti Mac, molte aziende chiedono a MacStadium ciò di cui hanno bisogno indicando il numero di Mac necessari. Questa azienda è nata nel 2013 ad Atlanta e ora ha sedi a Las Vegas e altre parti del mondo. Nessun’altra azienda offre il servizio su scala da loro offerto e sono diventati i principali referenti nel mondo dell’hosting Mac. I Mac da sempre sono usati in vari data center ma il numero di unità gestite da Mac Stadium è a un livello senza precedenti e con gli sviluppatori che hanno bisogno di sempre più potenza di elaborazione, la richiesta è crescente.

Nel data center di MacStadium si trovano Mac mini, Mac Pro, alcuni iMac Pro e persino alcuni Xserve (macchine che Apple non produce più dal 2010). I rack usati dall’azienda sono stati creati ad hoc (per cercare di collocare il maggior numero di Mac possibili per metro quadrato) e brevettati tenendo conto di alimentazione e meccanismi di dissipazione del calore.

Le stanze che ospitano i vari Mac sono raffreddate. Le migliaia di macchine generano grandi quantità di calore per la gestione e l’elaborazione dei dati ed è necessario ricorrere a tecnologie specifiche tenendo conto dell’aria che si muove e del rischio di innescare variazioni di pressione e della generazione di “punti caldi” che potrebbero provocare il surriscaldamento dei sistemi server.

I Mac mini singolarmente non sono computer che producono molto calore ma anche il modesto calore che arriva da migliaia di macchine può diventare importante. Per i Mac Pro è stato necessario tenere conto del nucleo termico centralizzato che massimizza il flusso d’aria e la capacità termica nel computer cilindrico di Apple. I Mac Pro 2013 cominciano a mostrare la loro età ma solo negli ultimi mesi Mac Stadium ne ha attivato 400 e altri 800-1000 sono previsti nei prossimi mesi.

Interessanti i dati concernenti l’affidabilità. Secondo il vice presidente di Mac Stadium, guasti e riparazioni dei Mac Pro si rendono necessarie in una percentuale modestissima di casi. I costi di riparazione sono ovviamente maggiori per quanto riguarda i Mac Pro ma la casistica dei guasti è bassissima e i problemi non hanno nessuna frequenza significativa da essere fonte di preoccupazione.

Nella sede MacStadium di Las Vegas migliaia di Mac mini alimentano le app in tutto il mondo.
Nella sede MacStadium di Las Vegas migliaia di Mac mini alimentano le app in tutto il mondo.

Altra curiosità è che la maggiorparte delle varie macchine non ha unità di storage interne. È sfruttata un’architettura SAN (Storage Area Network) che consente di rendere le risorse disponibili per qualsiasi computer connesso a essa. I clienti possono avviare VM (Virtual Machine) che tengono conto di elementi di storage esterni. In questo modo quando un cliente ha bisogno di centinaia di nuovi Mac Pro può modificare la capacità di storage in qualsiasi momento, senza bisogno di fare modifiche allo storage interno dei vari Mac. I Mac Pro integrano connessioni Gigabit Ethernet ma sono sfruttate anche le connessioni Thunderbolt 2 per collegamento di unità SAS e adattatori Fibre Channel per il cablaggio in fibra che si abbinano a sottosistemi RAID e altri dispositivi di archiviazione con connettività Fibre Channel.

Nella struttura di Las Vegas oltre ai Mac mini e ai Mac Pro, vi sono anche pochi iMac Pro richiesti da alcuni clienti. MacStadium suggerisce i Mac Pro perché sono approvati da VMware per virtualizzare i server usando l’hypervisor ESXi mentre gli iMac Pro non sono ancora approvati da VMWare. Ci ha bisogno di macchine con un elevato numero di core, RAM, ecc. può ad ogni modo usare gli iMac Pro.

È interessante notare ancora una volta la versatilità Mac mini: come dice Apple è proprio vero che non c’è niente che questo “piccolo computer” non sia in grado di fare.

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