Il governo iraniano sta limitando l’accesso a internet e la popolazione sta cercando di bypassare i blocchi ricorrendo a diversi stratagemmi.
Lo riferisce CNBC spiegando che disservizi alle reti di telecomunicazione iraniane sono iniziati il 19 settembre, dato riferito da aziende specializzate nel monitoraggio della Rete quali Cloudflare e NetBlocks, interruzioni che proseguono da due settimane e mezzo. Gruppi per il monitoraggio della rete e attivisti dei diritti digitali riferiscono di una sorta di coprifuoco con disservizi che si verificano ogni giorno, e l’accesso limitato dalle 16 ora locale fino a notte inoltrata.
Teheran ha bloccato l’accesso a WhatsApp e Instagram, due di pochi servizi non censurati nella Repubblica Islamica dell’Iran (dove piattaforme quali Twitter, Facebook e YouTube sono da anni messe al bando).
Gli iraniani si sono riversati sulle VPN, servizi che cifrano e reindirizzano il traffico a server remoti nel mondo per nascondere le attività online, scelta che in molti casi permette di ripristinare le comunicazioni con app e siti web con restrizioni.
Il 22 settembre, il giorno dopo il ban di WhatsApp e Instagram, le richieste di servizi VPN sono salite alle stelle, con una crescita del 2164% rispetto ai 28 giorni precedenti, almeno secondo i dati di Top10VPN, specializzata in recensioni di VPN. Dal 26 settembre la domanda ha toccati i livelli massimi con il 3082% di richieste sopra la media, richieste che hanno continuato a rimanere elevatissime.
Mahsa Alimardan, ricercatrice che si occupa di libertà di espressione presso l’organizzazione internazionale per i diritti umani Article 19, riferisce di persone con le quali è in contatto che non riescono ad accedere a Google nonostante l’uso di VPN. “Si tratta di una nuova tecnologia di ispezione profonda dei pacchetti che hanno sviluppato allo scopo di rendere la rete estremamente inaffidabile”. Tecnologie di questo tipo permettono agli internet service provider e ai governi di monitorare e bloccare dati sulle reti. Le autorità sembrano molto più aggressive per cercare di ostacolare ad ogni modo le VPN.
Le reti private virtuali, sfruttate per garantire diversi tipi di protezione dei dati, non sono le uniche tecniche che è possibile usare per aggirare la censura su internet; diversi volontari hanno predisposto quelli che in gergo si chiamano Snowflake, proxy server che consentono di superare la censura su internet, “ponti” che consentono di accedere a Tor a chi vive in paesi con censura attiva.