Da mercoledì 21 settembre l’Iran sta bloccando l’accesso a due dei pochi social media che era possibile usare nella Repubblica Islamica.
Il blocco è stato attivato dopo la morte di Mahsa Amini, una giovane iraniana (22 anni) deceduta in seguito a un violentissimo arresto da parte della cosiddetta “polizia morale” per non aver indossato correttamente il velo.
NetBlocks – organizzazione di controllo che monitora la sicurezza informatica e la governance di Internet – riferisce della perdita su scala nazionale della connettività con il principale operatore di telefonia iraniano e anche con una diversa rete.
I server di WhatsApp sembrano irraggiungibili da diversi provider e stessa cosa per quelli di Instagram.
Dai dati di NetBlocks emerge un blocco quasi totale di internet in alcune parti della provincia del Kurdistan da lunedì; nella capitale Tehran, e altre aree dell’Iran, il blocco è partito ancora prima, dopo le prime proteste per la morte di Mahsa Amini.
⚠️ #Iran is now subject to the most severe internet restrictions since the November 2019 massacre.
▶️ Mobile networks largely shut down (MCI, Rightel, Irancell – partial)
▶️ Regional disruptions observed during protests
▶️ Instagram, WhatsApp restrictedhttps://t.co/8cCHIJA2Oi— NetBlocks (@netblocks) September 21, 2022
Due residenti a Teheran, nel nord del paese, hanno riferito a Reuters di essere riusciti solo a inviare testi ma non immagini con WhatsApp, confermando che Instagram sembra invece completamente bloccato.
Non è la prima volta che in Iran si blocca la rete, tentando di soffocare le proteste sui social media e cercare di calmare i disordini. Nel novembre 2019 l’accesso a internet fu bloccato in seguito a proteste sui rincari del costo del carburante, proteste che avevano provocato una serie di manifestazioni di piazza contro la guida suprema Ali Khamenei. Le autorità all’epoca bloccarono internet in tutto il paese per sei giorni, impedendo ai cittadini di organizzarsi.
La morte della ragazza arrestata dalla “polizia morale” ha sconvolto la comunità internazionale. Tantissime le donne coraggiosissime che, per solidarietà, dopo la morte della giovane, hanno girato filmati di protesta, senza velo, mostrando il gesto del taglio dei capelli. Video che si sono diffusi sui social network, gesti dopo i quali il governo iraniano ha deciso di limitare l’accesso a internet.