La tassa che i francesi avevano intenzione di applicare su prodotti e servizi di aziende quali Apple, Amazon, Google e Facebook, è per il momento “congelata”. Non sono ancora noti i dettagli ma Trump e Macron avrebbe concordato di archiviare la questione rimandando alla fine del 2020 le trattative, attenendo di conoscere nelle prossime settimane le novità che emergeranno nel contesto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economica, incontro nel corso del quale dovrebbero emergere novità su regolamentazioni a livello europeo.
Proposta originariamente a dicembre 2018, la cosiddetta GAFA tax – dalle iniziali di Google, Apple, Facebook e Amazon, mirava a colmare una lacuna fiscale per alcuni big del web che pagano quasi nulla in Paesi in cui realizzano enormi profitti.
L’idea iniziale era imporre una tassa del 3% sulle entrate totali annue dei pesi massimi del web che forniscono servizi ai consumatori francesi, una misura che dovrebbe portare a incassare oltre 25 milioni nel paese e oltre 750 milioni di euro a livello globale.
Negli USA non erano rimasti con le mani in mano e avevano replicato che erano allo studio nuove tasse sull’importazione di prodotti made in France come champagne, borse, capi di abbigliamento e altri articoli. Per il momento la contromossa USA sembra sia stata un deterrente, ma vedremo nelle prossime settimane cosa salterà fuori. Altre novità dovrebbero arrivare anche in occasione dell’imminente Forum Economico Mondiale di Davos, in Svizzera.
Per quanto riguarda Italia e Regno Unito, il segretario al Tesoro Usa, intervistato dal Wall Street Journal, ha spiegato che queste nazioni saranno colpite dai dazi statunitensi, se decideranno di imporrre imposte sulle società digitali.