In Florida qualcuno vorrebbe sposare il suo Mac. E’ questa la provocazione di Chris Sevier, ex giudice e veterano di guerra, che ha tentato di intervenire in una recente causa aperta dalla American Civil Liberties Union (ACLU) a proposito dei matrimoni gay. La ACLU infatti si lamenta del mancato riconoscimento da parte dello stato della Florida dei matrimoni gay contratti regolarmente in altri Stati in cui invece tale unione risulta perfettamente legale. In questo contento è dunque intervenuto Chris Sevier, che si è detto “rappresentante di altri gruppi di orientamento sessuale”: secondo Sevier se una coppia gay ha il diritto di sposarsi anche senza possedere corrispondenza di organi sessuali, allora anche lui deve avere il diritto di sposare l’oggetto sessuale preferito.
Che ovviamente è un Mac: “Recentemente ho acquistato un computer Apple. Il computer mi è stato venduto senza filtri per bloccare la pornografia. Non è stato fornito con alcun avviso da parte di Apple che la pornografia era molto coinvolgente e potrebbe alterare il mio ciclo di soddisfazione nei confronti del produttore. Nel corso del tempo, ho cominciato a preferire il sesso con il mio computer rispetto al sesso con le donne reali. Mi sono “innamorato del mio computer” e preferivo fare sesso con lui invece che con tutte le altre persone o cose”.
Ovviamente si tratta di una provocazione, un modo in cui Sevier – evidentemente contrario ai matrimoni gay, vuole tentare di mettere i bastoni fra le ruote alla rivendicazioni dell’ACLU, mettendo in ridicolo le pretese dell’ACLU avanzando richieste estreme. Sevier non è nuovo ad uscite di questo genere: i passato aveva già fatto causa ad Apple perché la Mela l’avrebbe reso “porno-dipendente”, ma la sua accusa pare non aver sortito effetti. Al momento la pretesa di Sevier nel voler ottenere il diritto di sposare il suo Mac è stata comunque rigettata dal tribunale in quanto non pertinente.