Un impianto ibrido eolico-solare flottante nascerà al largo di Corigliano-Rossano (Cosenza) sul Golfo di Taranto. Su tratta di un impianto da 540 Mw che rientra tra gli investimenti del fondo Green Arrow Infrastrutture of the Future Fund (GAIF), che investe in energia rinnovabile e infrastrutture digitali nei mercati Europei e prevede l’installazione della tecnologia di piattaforma flottante di SolarDuck, azienda olandese-norvegese specializzata in energia solare.
SolarDuck è nata da uno spinoff di Damen Shipyards, conglomerato olandese di difesa, costruzione navale e ingegneria con sede nei Paesi Bassi. Il know-how acquisito in questi settori, permetterà di realizzare una piattaforma solare che sarà composta da 28 turbine eoliche galleggianti da 420 MW di picco e una fotovoltaica di 120 MW di picco, in grado di generare oltre 160 GWh di energia solare annua.
Il sito Electek riferisce che le piattaforme in questione sono modulari e possono essere connesse per creare grandi impianti; prevedono, inoltre, superfici antislittamento e recinzioni per accesso e manutenzione (per garantire “condizioni di sicurezza in esercizio e durante le operazioni di manutenzione”)
Il completamento dell’opera dovrebbe avvenire per il 2028 (condizionale d’obbligo dal momento che si è in attesa delle autorizzazioni). Secondo SolarDuck i pannelli, installati al largo della costa, avranno un impatto ambientale minimo.
Progetti di pannelli solari galleggianti, in grado di scivolare sulle onde “come un tappeto” sono in fase di implementazione nel Mare del Nord (a 12 km dall’Aia), dove RWE, una società energetica tedesca, ha investito in un programma pilota con un potenziale di 5 MW. I pannelli in questione sono ovviamente in grado di resistere alle più ostiche condizioni ambientali.
Daniele Camponeschi, co-fondatore e CIO del Gruppo Green Arrow Capital ha dichiarato: “Queste infrastrutture avanzate non solo generano energia verde, contribuendo alla transizione sostenibile e all’indipendenza energetica, ma dimostrano anche la loro complementarità con le installazioni onshore, preservando contemporaneamente preziose risorse di suolo”.