Il governo australiano sta lavorando su una bozza normativa che richiederà ad aziende come quelle IT legate ai social media di predisporre funzionalità di rilevamento nelle comunicazioni cifrate, elementi che tengono conto di “aspettative di sicurezza”, con l’obbligo di sviluppare e implementare procedure per individuare e far fronte allo scambio di determinati materiali e attività anche nell’ambito delle comunicazioni cifrate.
L’obiettivo – spiega ZDNet – è quello di garantire che gli utenti siano in grado di usare vari servizi in modo sicuro, prevenire e contrastare episodi di bullismo e cyberbullismo, lo scambio di materiale relativo ad abusi su minori, la trasmissione e ricezione non consensuale di immagini intime, materiale che promuove, istruisce, raffigura e incita condotte violente.
“Misure ragionevoli” dovranno essere implementate per moderare, individuare e rimuovere materiale o riferimenti ad attività nei servizi considerate illegali o pericolose.
Nel caso di un’app o giochi online usata da bambini, ad esempio, per default le impostazioni relative a privacy e sicurezza dovranno essere robuste e impostate sui livelli più restrittivi. I provider di servizi dovranno inoltre impedire l’uso di account anonimi per attività che possono essere illecite o dannose, per la pubblicazione di materiale e verificare inoltre l’identità o la titolarità degli account.
L’eSafety Commissioner australiano (Ufficio del commissario per la sicurezza elettronica) avrà la facoltà di ordinare alle aziende IT di rispondere dei danni e infliggere ammende fino a 555.000 dollari australiani alle aziende e fino a 111.000 dollari australiani alle singole persone.
Provider di servizi dovranno disporre chiari e facilmente identificabili meccanismi per consentire alle persone di lamentare la presenza di determinati materiali e tenere traccia di segnalazioni e report vari per cinque anni.
L’eSafety dovrà ricevere le informazioni richieste ai provider di servizi entro 30 giorni, avrà facoltà di inviare comunicazioni in ottemperanza ad obblighi che a vario titolo obbligheranno determinati servizi a essere per loro natura sicuri.
È stato predisposto un documento di consultazione per la definizione della proposta di legge, con la possibilità di indicare osservazioni fino al 15 ottobre 2021.