Gli sviluppatori di Bending Spoons, l’azienda italiana scelta per lo sviluppo dell’app di tracciamento che aiuterà i cittadini nella fase due dell’emergenza coronavirus, hanno diffuso le prime immagini del software prescelto dal Governo italiano, app per smartphone che dovrebbe arrivare a breve sull’App Store e sul Play Store.
L’app – denominata Immuni – sfrutta interfacce di programmazione app (API) realizzate da Apple e Google con l’obiettivo di rendere possibile l’utilizzo della tecnologia Bluetooth per aiutare governi e autorità sanitarie a contenere i contagi, “nel pieno rispetto della sicurezza e della privacy degli utenti”.
L’azienda milanese sottolinea che il Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston, che ha attivato il Covid Tracing Tracker per informare la popolazione mondiale su caratteristiche e implicazioni nelle app per la notifica delle esposizioni, “ha promosso Immuni a pieni voti, assegnandole 5 stelle su 5”. Nei giorni passati il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR) aveva indicato delle raccomandazioni al Parlamento, spingendo per la gestione dei dati dell’app in Italia e a fare attenzione ai rischi sulla sicurezza, rischi sui quali ha fornito rassicurazioni il ministro dell’Innovazione, Paola Pisano.
“Con il contributo di tutti, Immuni può aiutarci a contenere il COVID-19 e tornare prima possibile alla normalità”, si legge nella schermata di apertura dell’app. “Se sei entrato in contatto con un utente in seguito risultato positivo al virus, Immuni ti notifica e ti fornisce indicazioni per proteggere la tua salute e quella dei tuoi cari”. “Isolandosi, gli utenti che scoprono di essere potenzialmente contagiati rallentano la diffusione del virus, accelerando il ritorno alla normalità”.
Gli sviluppatori evidenziano la tutela della privacy. “L’app funziona senza seguire i tuoi spostamenti e senza conoscere la tua identità o quella delle persone con cui entri in contatto”. Immuni associa a ogni telefono un codice casuale; “il codice è generato in modo casuale, non contiene informazioni sul tuo dispositivo, tanto meno su di te, per tutelare al meglio la tua privacy”. I telefoni che si incontrano potranno scambiare i rispettivi codici casuali. “Quando entri in contatto con un altro utente Immuni, i dispositivi scambiano i rispettivi codici tramite Bluetooth Low Energy”. L’app riesce così a tenere traccia del contatto avvenuto “ma non può conoscere l’identità né dove vi siete incontrati”.
Chi risulta positivo sceglie se condividere i propri codici casuali. “Gli utenti che sono risultati positivi al virus possono caricare su un server i codici casuali che i loro dispositivi hanno trasmesso nei giorni precedenti, in modo da renderli disponibili agli altri utenti”. Gli sviluppatori spiegano ancora che ogni telefono con l’app verifica se abbiamo incontrato in precedenza uno o più dispositivi con attivi il meccanismo dei codici condivisi. “Immuni controlla periodicamente i codici presenti sul server e li confronta con quelli salvati sul tuo dispositivo. In questo modo determina se sei stato esposto con un potenziale contagiato”. In caso di riscontro positivo, l’utente viene avvertito. “Se sei stato in contatto con un utente positivo, Immuni ti avverte e ti dice come fare. Riesce a fare tutto questo senza mai sapere dove vai e con chi ti incontri. La tua privacy è al sicuro”.
L’app è stata sviluppata gratuitamente da Bending Spoons; rispondendo alle domande di alcuni senatori il ministro dell’Innovazione, Paola Pisano, ha garantito che Immuni “sarà scaricabile su base volontaria e gratuita”, evidenziando che raccoglierà codici anonimi o pseudonimizzati generati dall’App stessa scaricata sui cellulari, “con assoluta esclusione dei dati relativi alla geolocalizzazione degli utenti”.
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