Di più, sempre di più, sempre di più. Chi diceva che era la qualità del pixel, la sensibilità del sensore, la capacità di intercettare sfumature magari invisibili all’occhio umano nella rifrazione della luce, nella temperatura del colore, nel disporsi dei fotoni lungo l’asse dei quanti, aveva torto. à la bieca quantità . E quanta, quanta quantità .
Un signore tedesco dal nome di Holger Schulze ha lasciato una tacca nella storia. Piccola, momentanea ma sempre una tacca. Con la sua foto da 26 Gigapixel, un oggettino che per visualizzarla tutta occorre un po’ di tempo… Un mostro gigantesco che inquadra il panorama di Dresda. Una foto da mille e una notte, costruita assemblando 1655 immagini.
Nel dettaglio, la foto è stata scattata con la tecnica del mosaico mettendo insieme i diversi scatti segnati dalla Canon Eos 5D Mark II del nostro Schulze, che ha usato un cavalletto motorizzato e una ottica con lente da 400 millimetri. Gli scatti hanno richiesto circa tre ore. Dopodiché il computer che si è messo al lavoro per processare le immagini è dotato di 16 processori, 48GB di RAM ed ha lavorato su immagini RAW per circa 94 ore, assemblando lo scatto da record di 26 Gigapixel.
L’immagine può essere vista in tutta la sua gloria in questa pagina dedicata, che consente zoom veramente spettacolari.