Presentato martedì 13 ottobre il nuovo iMac 21,5” 4K è già stato completamente smontato e analizzato da iFixit. L’ultimo gioiello desktop della Mela offre per la prima volta lo schermo 4K mantenendo invariato il design esteriore e con poche modifiche nella struttura interna. Per aprirlo occorre tagliare l’adesivo che mantiene in posizione il display che deve essere poi sostituito in fase di rimontaggio, mentre la memoria RAM e anche il processore sono saldati sulla scheda madre, rendendo molto difficoltose le riparazioni fai da te, praticamente impossibili e sconsigliate.
Soprattutto la saldatura della RAM sulla scheda non permette l’espansione di memoria, una delle operazioni più gettonate e semplici per velocizzare e svecchiare un Mac. Lo stesso vale per l’unità di storage: se ordinato con un disco fisso tradizionale, come prevedono di serie tutti i modelli da 21,5”, risulta assente il connettore per Fusion Drive rendendo impossibili future espansioni e miglioramenti. Così sia per la memoria RAM sia per l’unità di storage occorre ponderare bene la configurazione in fase di ordinazione.
La complessità dell’apertura e l’impossibilità di sostituzione rapida e di intervento sulle componenti principali, inclusa la fusione di LCD e vetro protettivo, che fa aumentare sensibilmente i costi in caso di riparazione, fanno ottenere a iMac 21,5” 4K uno dei voti più bassi in assoluto in riparabilità, pari a 1 su 10, dove 10 indica un dispositivo facilmente riparabile.
Nonostante i punti a sfavore evidenziati da iFixit occorre tenere presente che il gruppo di tecnici USA fa parte di una società specializzata in riparazioni ed espansioni, così il giudizio è ovviamente di parte.
Osservando i nuovi iMac come ultima versione del sistema all in one concepito da Apple fin da 1984, occorre notare che iMac per definizione non è mai stato progettato per essere aperto e smontato dall’utente, né tanto meno espanso facilmente.