‘Lauren’, la protagonista del ben noto spot Microsoft, non deve essere molto informata sul mondo informatico oppure avere esigenze non troppo sofisticate quando si tratta di computer portatili. Questa la prima considerazione che nasce quando si scorrono le specifiche del laptop da 17 pollici che l’ha resa tanto felice da zompettare in giro per il negozio di informatica plaudendo alla fortuna avuta di comprarsi un sì mirabile strumento informatico.
L’HP da 699 dollari che dovrebbe dimostrare (messaggio esplicito della pubblicità di Redmond) che Apple fa spendere soldi non dovuti se si resta con Windows, è largamente al di sotto del minimo sindacale di una macchina che si possa definire utile per la produttività e il tempo libero. A svelare le caratteristiche tutt’altro che entusiasmanti (se non per qualcuno che viene pagato per essere entusiasta) del Pavilion fonte di delizia per ‘Lauren’ è Seth Weintraub, uno dei blogger di Computerworld: il processore è un AMD Turion X2 RM-72 da 2,1 GHz con memoria cache da 1 MB (una componente che ha riscosso recensioni molto sfavorevoli sotto il profilo delle prestazioni) e RAM DDR2 (oggi usata prevalentemente sui Netbook) presentando una configurazione, fa notare Seth Weintraub, che ha suscitato, il caso ‘Made for Vista’ nel quale alcuni clienti americani stanno chiedendo di essere risarciti per avere comprato macchine che non erano affatto ‘fatti per Vista’. Le specifiche parlano anche di una scheda grafica ATI RADEON HD 3200 con memoria condivisa (la stessa tecnologia dei Mac mini), schermo (ovviamente non illuminato LED) con risoluzione di 1440×900 (usata da Apple su alcuni modelli di Powerbook di tre o quattro anni fa), batteria da due ore e mezza (ma si può ipotizzare che la durata effettiva non superi i 90 minuti) e rete wireless di tipo ‘g’ (oggi praticamente tutti i computer hanno connettività ‘n’), Ethernet 100mb (che non si vede in un nuovo PC mediamente aggiornato da almeno due anni). I portatile non ha né Bluetooth né porte Firewire né slot PCMCIA ed è spesso 4,5 centimetri e pesa circa 3,5 kg.
La lezione che si apprende da tutto questo, nel migliore dei casi, è che Windows si installa anche su macchine più economiche ma anche largamente inferiori ai Mac, in qualche caso inferiori anche rispetto ad una configurazione PC che si può definire come utile al giorno d’oggi. Nel caso si stesse parlando di una vera ‘cittadina comune’, ovvero qualcuno preso a caso, come dice Microsoft, tra coloro che si sono offerti di partecipare alla campagna ‘I’M a PC’ per un esperimento, si potrebbe anche ipotizzare che qualcuno ha fregato la poverina, piazzandole in mano qualche cosa che certo costa poco, ma che vale altrettanto poco.
Fortunatamente ‘Lauren’ non è una cittadina comune; per accertarsene basta vedere, oltre che il profilo della protagonista (che è dichiaratamente un’attrice iscritta al sindacato americano) questa sequenza di fotogrammi pubblicata da 9to5Mac (sito personale di Weintraub. C’è un passante che… passa davanti al negozio Apple a ripetizione, sia quando ‘Lauren’ entra sia quando esce, dal che se ne deduce che lo spot è stato sceneggiato e quindi sembra piuttosto difficile che la ‘cittadina comune’ sarebbe mai potuta uscire dal negozio con un Mac come sarebbe potuto accadere se davvero si fosse trattato di qualcuno a caccia di un computer di suo interessa.
Fortunatamente, quindi, come si legge in fondo ad alcuni film, nessuno ha subito danni o è stato maltrattato per girare lo spot. Ad essere danneggiata è stata solo Microsoft che non ha dovuto sborsare solo i 699 dollari del computer (le regole, presunte, dello spot prevedevano che il ‘cittadino qualunque’ avesse la facoltà di spendere fino a 2000$ concessi da Redmond per trovare la macchina che gli interessa), ma qualche cosa di più. Il sindacato degli attori a cui ‘Lauren’ è iscritta non può avere accettato che una sua aderente invece che uno stipendio avvia percepito come pagamento un semplice bene in natura, per giunta della portata appena descritta.