L’antenato del moderno mouse è nato nel 1963, inventato da Douglas C. Engelbart attuale possessore del brevetto originario, presso lo Stanford Research Institute.
Il primo mouse nacque dalle ricerche di Engelbart volte a individuare sistemi in grado di migliorare il lavoro e l’uso di sistemi informativi avanzati all’interno di organizzazioni di varia complessità . Durante i suoi studi, Engelbart studiò e mise alla prova diversi dispositivi di puntamento già esistenti, come trackball, penne luminose e tavolette primitive. Il mouse si dimostrò tuttavia come il modo più intuitivo ed efficace per la comunicazione utente-computer.
Il piccolo dispositivo fece la sua prima apparizione pubblica alla ACM/IEEECS Fall Joint Computer Conference del 1968.
Il mouse è solo uno dei contributi offerti da Engelbart all’informatica moderna. Egli è stato anche il primo teorizzatore dell’interfaccia a finestre, dell’ipertesto (come è stato successivamente chiamato e commercializzato da Ted Nelson) e dell’elaborazione cooperativa. Il suo laboratorio a Stanford, inoltre, è stato il secondo nodo di Arpanet, la rete da cui è poi nata Internet.
I successivi perfezionamenti del mouse condotti sulla base dell’invenzione di Engelbart vennero compiuti presso il PARC (Palo Alto Research Center) Xerox, dove i ricercatori svilupparono il primo schermo bitmapped in grado di supportare un ambiente grafico a finestre con cui interagire tramite il mouse. Nei primi tempi, il mouse venne però visto essenzialmente come una periferica specializzata, di scarso interesse per applicazioni non tecniche.
Xerox STAR fu il primo tentativo di rendere commerciali i concetti sviluppati al PARC. Ma fu Apple, con il fenomenale successo del Macintosh, fondato proprio su un’interfaccia utente grafica, a rendere definitivamente popolare un concetto in fondo semplice: “Puntare e cliccare”. “Il computer per tutti” riuscì a legittimare sia l’interfaccia utente grafica che il mouse, portando questo strumento sul mercato di massa.
Successivamente, il mouse si guadagnò anche il favore degli utenti dei personal computer IBM e compatibili. Dove, comunque, nessuno aveva ancora previsto l’esplosione dell’uso del mouse e il conseguente repentino calo di interesse verso le applicazioni basate solo su tastiera.