Il venticinquesimo compleanno del Macintosh è anticipato da buone notizie: per la prima volta nell’ultimo decennio, la quota di mercato di Windows è scesa sotto il 90%. E il merito non è di Linux. Ma cosa succederà a gennaio durante il Macworld, quando Steve Jobs si troverà per le mani l’opportunità di celebrare il primo quarto di secolo del Mac?
In rete cominciano a circolare le prime ipotesi. Il compleanno (che tecnicamente cadrà il prossimo 24 gennaio, giorno della storica presentazione del Macintosh originario) porta con sé anche il ricordo delle precedenti celebrazioni. La prima e più recente è quella dei 20 anni di Apple con il modello eponimo “20th Anniversary” del 1996. Macchina straordinaria sia per tecnologia che per soluzioni (il touchpad per la tastiera è qualcosa che gli amanti dei portatili ancora vorrebbero per quanto riguarda i computer fissi), ha un design di tutto rispetto ancora oggi grazie a uno dei primi esercizi della matita di Jonathan Ive.
Un’altra celebrazione, questa volta di Apple stessa, è stata giocata in modo più “intangibile” con le modifiche allo spot “1984”: la lanciatrice del peso compare grazie alla computer grafica di Pixar con un iPod in cintura e le caratteristiche cuffiette bianche alle orecchie. Un omaggio del 2004 al successo che stava esplodendo a livello planetario del lettore digitale.
Oggi siamo nell’epoca dell’iPhone più che altro ma anche dell’alluminio monoscocca, del touch e del wireless, degli apparecchi “post-Pc” e della potenza bruta del nuovo Snow Leopard. Cosa potrebbe fare Steve Jobs sul palco?
C’è chi ha ipotizzato addirittura il lancio di una versione in alluminio e di design del buon vecchio Mac originale e Classic. Cuore Intel e forme anni Ottanta per far vedere la luce a un nuovo compattissimo, con schermo incassato e potenza da Mac mini o più. Una nuova trovata che potrebbe superare le esigenze di celebrazione e tramutarsi in uno straordinario affare per tutti quelli che vogliono celebrare un design classico e non ancora tramontato. Pensate alla Mini di Bmw o alla Cinquecento di Fiat: rivisitare il classico arricchendolo con caratteristiche del moderno tenendolo però ben differenziato dal moderno (dopotutto, l’iMac è l’interpretazione moderna del Mac classico).
Oppure, Apple potrebbe aver lavorato alacremente alla creazione di un “Mac touch”, per celebrare con innovatività l’anniversario e anche andare alla caccia di quel mercato dei netbook e tablet Pc finora così sfuggente. Magari con software proveniente più dal mondo iPhone che non da quello dell’interfaccia classica di Mac Os X. Potrebbe essere la seconda risposta, quella più flessibile e attenta ai bisogni del momento.
Infine, terza ipotesi, Apple potrebbe aver preparato una versione “ultra” dei Mac Pro, con i migliori processori multicore in circolazione (otto cuori minimi), quadrupla scheda video, tonnellate di memoria e disco da 1 Terabyte in qualità server con memoria allo stato solido. Sarebbe la macchina definitiva, con innovazioni di design, per il sistema di raffreddamento (a liquido), per le tecnologie impiegate e per la capacità di sfruttare appieno le novità di Snow Leopard, come i nuovi standard Open Cl per lo sfruttamento della potenza di calcolo della scheda grafica. Costi elevatissimi, sarebbe la Ferrari o la Lamborghini dei computer personali.
Quali che siano gli effettivi sviluppi di quel che viene preparato a Cupertino (magari solo una celebrazione con la rivisitazione di vecchi video di Steve Jobs con i capelli lunghi che presenta il suo “figlioccio” parlante Macintosh), questo Macworld che ci aspetta non sarà già di partenza come tutti gli altri.