Da poco annunciata, l’apertura nei confronti della musica senza DRM di Universal inizia ad acquisire maggiore sostanza. Il primo segnale forte riguarda la triplice intesa fra Universal, Google e gBox, online music store con sede a Cupertino.
Cercando su Google il nome di un artista della scuderia Universal, fra i risultati appariranno pubblicità di gBox, che condurranno alla pagine del servizio online, da cui sarà possibile acquistare i brani del musicista.
Il prezzo, come già detto, partirà dai 99 centesimi di dollaro per brano.
Oltre alle più immediate implicazioni commerciali, alcuni aspetti strategici dell’accordo fra le tre società accompagnano cambiamenti non da poco nel panorama dei music store sul web.
Nel caso specifico, il ruolo di Google diviene di prim’ordine: Mountain View sembra non avere intenzione di aprire un music-store proprietario, preferendo l’impegno pubblicitario. In questo caso il servizio di gBox, oltre ad esistere in sé e per sé, si spinge all’esterno del suo ‘dominio’, attraverso le propaggini pubblicitarie visualizzabili su Google.
Il numero dei potenziali acquirenti si amplia esponenzialmente: il bacino di utenza non è circoscritto ai frequentatori di gBox, ma è ora adiacente ad un insieme di persone che potrebbero nemmeno aver l’intenzione di comprare un brano online.
Qui entra in scena Google, che tramite AdWords, spingerà i potenziali clienti Universal verso gBox. Inoltre la società di Cupertino sta trattando con altre case discografiche, ma ad oggi non è dato sapere di più.
Da notare che anche altri servizi (Amazon, Wal-Mart, Best Buy e Real Network) proporranno la musica DRM-Free di Universal, ma solo gBox avrà Google come riferimento pubblicitario.
L’idea di Tammy Artim, Chief Executive di gBox, è di sfruttare i canali promozionali più immediatamente percorribili sulla rete, fonti di successo anche nel passato, Sicuramente i motori di ricerca sono il punto di partenza imprescindibile; il secondo canale è il social networking, nei confronti del quale gBox sta sviluppando diversi strumenti adatti a blogs o a portali comunitari, come MySpace o Facebook.
Un’altra via è Windows con la sua declinazione web, vale a dire Internet Explorer: gBox attualmente è compatibile solo con il browser di Microsoft; vista la crescente diffusione di Firefox, anche il Panda Rosso sarà utilizzabile dal giorno del lancio ufficiale (prossimo 21 agosto) del servizio.
Restando sempre a Cupertino, la cattiva notizia per gli utenti Mac è l’incompatibilità di gBox con i computer della Mela. ‘Non sarà comunque compatibile con i computer Macintosh di Apple’ sono le parole di Artim.
Dettaglio tecnico che conferma la volontà di un mercato pronto a dare battaglia all’iTunes Music Store.