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Il dispositivo EFI-X è solo una chiavetta USB camuffata?

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Ci sono vari modi per far funzionare Mac OS X sui comuni PC e in quanto tali ufficialmente non supportati da Apple. Uno di questi sistemi consiste nell’usare un particolare dispositivo USB denominato EFI-X. Il modulo è reperibile per circa 280$ e una volta inserito in una porta USB e modificato alcuni parametri nel BIOS dovrebbe consentire l’installazione di Mac OS X. Secondo quanto riportato da diversi clienti, il dispositivo non ha mai funzionato adeguatamente, probabilmente anche a causa della troppa variabilità  del parco macchine PC (diverse tipologie di schede madri, schede video, BIOS, ecc.).

La cosa interessante emersa nel corso delle ultime ore è che il modulo “miracoloso” altro non sarebbe che uno stick USB con il bootloader Chameleon-132 (un software creato da una community che si prefigge lo scopo di far girare Mac OS X sui normali PC) e un pizzico di DRM (protezione digitale cifrata) per nascondere il codice sottostante.

I sospetti sono iniziati quando la comunità  di hacker che produce Chameleon ha notato gli stessi identici problemi di compatibilità  tra lo stick e il bootloader scaricabile da Internet. Inspiegabilmente (ma non troppo riferiscono alcuni degli esperti del codice) man mano che i problemi erano risolti nel bootloader dopo pochissimo tempo un firmware di ASEM (i produttori dell’EFI-X) sistemava gli stessi identici problemi. Qualcuno tra i più curiosi ha così acquistato un modulo USB, identificato il contenuto del chip contenuto nella chiavetta verificato che i sospetti erano qualche cosa più che tali, trovandosi di fronte una normalissima pennetta USB modificata, il cui costo di produzione non supera i 10$ (per produzioni in volumi da almeno 1000 pezzi).

La scoperta fatta dall’hacker non è stata gradita da Asem la quale ha subito inviato una lettera di cease-and-desist (una domanda di inibizione) per chiedergli di eliminare qualunque riferimento alla vicenda sul proprio blog. L’hacker – probabilmente intimorito dal dover affrontare una possibile causa – ha dato seguito all’intimazione anche se oramai era troppo tardi. La voce si era ormai diffusa su Internet e ora sarà  dunque molto più difficile cercare di bloccare novità  sulla vicenda.

A peggiorare le cose per Asem, l’analisi del driver a 32 bit per Windows che serve ad aggiornare il firmware del modulo EFI-X. àˆ stato infatti rilevato che nonostante il software contenga codice sotto LGPL, questo non arriva completo di codice sorgente, una copia della licenza LGPL o una descrizione delle modifiche così come richiesto dalle condizioni d’uso.

Asem non pare al momento troppo preoccupata di essere stata pizzicata con le mani nella marmellata e, anzi, rilancia: giacché il modulo precedente non consente l’installazione del nuovo Mac OS X 10.6, richiede altri 280$ per un nuovo modulo con firmware aggiornato, in grado di far girare “Snow Leopard”.Troverà  così facilmente qualcuno disposto a pagare dopo tutto quel che è successo?

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