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Il caricabatterie universale? Solo il punto di partenza

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Quando si è cominciato a parlare di Green IT, c’erano alcune ambiguità  di fondo. cI si chiedeva, infatti, se l’IT non sarebbe stata la manna in grado di rendere più efficiente tutta la nostra vita di inquinatori seriali. Invece, questo è un obiettivo celato e lontano, che forse non vedremo a lungo: il computer è al centro delle vite di tutti noi (grazie ai servizi informatici che gestiscono sempre più aspetti delle nostre società ) ma ancora non si ragiona in termini di miglior gestione dei consumi e delle risorse tramite l’informatica.

Invece, se ne comincia a ragionare sia sul versante dei prodotti dell’elettronica per i consumatori che per le aziende. Nelle aziende, quando si fa riferimento al Green IT solitamente si intende dire che il datacenter, cioè la gran massa dei computer e server che gestiscono i dati dell’impresa, adesso vengono consolidati in poche e potenti macchine che, grazie alla virtualizzazione, possono funzionare ancora con lo stesso tipo di struttura precedente. Quindi, facendo salve le vecchie applicazioni e configurazioni, ma abbattendo i consumi.

Ancora, quando si parla di risparmi energetici con l’elettronica, gli utenti Apple non possono fare a meno di richiamare tutte le politiche che la casa di Cupertino ha messo in piedi, sia internamente sia nella produzione dei suoi apparecchi. Dagli imballaggi ridotti per diminuire i consumi durante i trasporti fino alla scelta di cambiare una serie di lavorazioni per ridurre gli elementi inquinanti, senza contare le scelte progettuali come quella degli schermi Led che non solo sono più luminosi ma consumano anche meno. E le nuove batterie dei portatili sono migliori perché, durando più a lungo come ciclo di vita, hanno minor impatto sull’ambiente.

Adesso, nel mondo consumer sta per partire la rivoluzione europea dello spinotto unico, basato su standard micro-Usb, come abbiamo raccontato ieri, che potrebbe aprire la strada a una serie di altri cambiamenti. C’è già  chi si è messo d’impegno per prevedere e immaginare quali altri tipi di apparecchi casalinghi potrebbero essere unificati.

Telecomandi
Un primo apparecchio che potrebbe diventare “unico”, semplificando il soggiorno di casa di molti di noi è il telecomando. Perché tra decoder, Sky, lettore Dvd e via dicendo, (televisore incluso) oramai sono tre o quattro i “bananoni” con un miliardo di tasti che vagano per casa. La soluzione ideale sarebbe che tutti usassero una versione potenziata e una semplificata di telecomando. E noi useremmo quest’ultima, cioè quella più elegante dell’Apple Remote, adatto a pilotare qualsiasi apparecchio con soli sei tasti.

Memory card
Un altro standard che semplificherebbe la vita a molti e che ridurrebbe l’inquinamento è quello delle memory card. Perché non fate un maledetto formato unico, come per le chiavette di memoria Usb, e poi con riduttori universali se volete fate anche una forma adatta ad apparecchi più piccoli, però non ci costringete, ogni volta che cambiamo fotocamera, a cambiare anche tipo di memoria? E soprattutto, vietate alla Sony di continare a fare quel che vuole, al di fuori di qualsiasi standard: non è educato!

Joystick e Joypad
Certo, Nintendo ha costruito la sua supremazia grazie ai remote del Wii. Certo, Sony e Microsoft non si metterebbero mai d’accordo su un controller universale. Però sarebbe bello poterne avere di un tipo solo, e tutti senza fili, no? Cioè, che gli uni siano interoperabili con gli altri, e poi uno sceglie quelli che preferisce, per usarli anche su console diverse…

Wireless
Le cuffie sono Bluetooth, il telefonino è Gsm e Umts, il computer va sul Wi-Fi che può essere a, b, g, n. Mentre in futuro arriverà  il WiMax e poi il 4G e magari anche il 6G, tra un po’ di tempo. Ecco, l’idea sarebbe quella di farne uno solo, su frequenze multiple che si possono scegliere via software, così dispositivi diversi funzionano tutti quanti con consumi proporzionali. E i costi scendono. Un’idea eccessiva?

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