Anche il Wall Street Journal aggiunge la sua autorevole voce a quella del New York Time e conferma: Apple ha firmato con Warner Music Group per lanciare il servizio di streaming di musica via iTunes. Secondo il quotidiano finanziario, l’accordo sarebbe stato raggiunto nel corso della giornata di ieri, in quello che è un convulso rush finale verso la WWDC.
Apple, dicono persone informate sui fatti, vuole assolutamente arrivare alla conferenza mondiale degli sviluppatori con un mano un numero sufficiente di licenze per annunciare la cosiddetta iRadio e, si spera a Cupertino, il contratto siglato con Warner Music Group sarebbe una base per le discussioni ancora in corso. In particolare Apple avrebbe acconsentito a versare a Warner il 10% dei profitti che ricaverà dal servizio che sarà basato sulla pubblicità. Questa cifra è il doppio di quanto paga Pandora, il cui servizio è del tutto simile a quello che Apple vuole lanciare: musica on demand e gratis, ma non del tutto libera per l’ascolto (i brani saranno scelti in base alle preferenze dell’utente e costruite in playlist che mirano a promuovere specifici autori, LP generi e categorie). I banner pubblicitari saranno la base per supportare il servizio.
Il Wall Street Journal chiarisce anche su quali aspetti la trattativa si è focalizzata. Oltre ad avere preteso garanzie sulle royalites che dovranno essere versate, le case discografiche hanno chiesto un minimo garantito nel caso Apple decidesse di non vendere pubblicità durante la prima parte del lancio commerciale e messo parola sul momento in cui questo avverrà, ovvero la massa critica di utenti a partire dalla quale Apple stabilirà che è il momento di vendere inserzioni.
Cupertino, come anticipato ieri dal New York Times, ha firmato con Universal un accordo parziale che le dà la possibilità di inserire nel catalogo di iRadio la musica per la quale la casa discografica ha i diritti di riproduzione, ma per ora non c’è accordo per mandare nella iRadio quelli di cui la grande casa discografica ha i diritti di copyright. Con Sony Music e Sony ATV, due gruppi che fanno riferimento alla multinazionale giapponese, le trattative sarebbero invece ancora piuttosto distanti da una finalizzazione. Secondo il WSJ il servizio ben difficilmente sarà annunciato, se Universal e Sony non saranno della partita.