115 km di coste rocciose altissime che sembrano scivolare dolcemente direttamente dentro l’Oceano Pacifico: è il Big Sur. Una delle mete più rinomate e popolari della West Coast che si trova nello stato dove Apple ha il suo quartier generale: la California. E dalle bellezze di questa costa incontaminata prende il nome la 17°esima versione del sistema operativo macOS.
Big Sur è stato introdotto a fine novembre 2020, ma non è stata l’unica novità di Apple. Una vera e propria rivoluzione in termini di hardware è avvenuta, quasi contestualmente, con il lancio del chip M1, le cui performance hanno lasciato sbalorditi anche i più scettici. Perché Big Sur e il Chip M1 meritano la nostra attenzione? Cosa li rende innovativi e degni di apprezzamento?
Per approfondire questi temi, noi di Espero abbiamo pensato a webinar gratuito di un’ora con il nostro docente Andrea Fasoli per vedere, online, tutte le innovazioni che Cupertino ha introdotto a fine 2020. Andrea Fasoli è un Apple Certified Trainer e Technician, oltre che consulente informatico; non perderti dunque questa opportunità per interagire con lui e rivolgergli direttamente delle domande in tempo reale!
L’aggiornamento atteso di Catalina: Big Sur
Apple nel passaggio da Catalina al nuovo sistema operativo ha deciso di rendere prioritaria la tutela della privacy della propria utenza. Per farlo è stato necessario intervenire sul browser Safari. Safari non solo promette di rendere il caricamento delle pagine web più veloci, ma, a parità di prestazioni, garantirebbe meno consumi rispetto agli altri browser più popolari come Chrome e Firefox. Tradotto per i possessori di portatili… più tempo online senza dover correre a prendere il caricatore (circa un’ora in più di autonomia). Ma, come accennavamo, la vera novità è la protezione dei dati degli utenti; grazie ad un intelligente sistema “anti tracciamento” (Intelligent Tracking Prevention) gli utenti potranno evitare di essere profilati durante la loro attività web. Il sistema ITP è stato sensibilmente migliorato anche grazie alla collaborazione con google che nel 2019 aveva fatto presente alcune falle di questo sistema.
Parlando di Apple non è difficile notare anche la continua cura e attenzione al lato estetico-funzionale dei suoi prodotti, sia hardware che software; e in questo senso Big Sur presenta un cambio di look per le app e per la dock difficile da non notare. Sempre all’insegna del minimalismo e dell’essenzialità, Big Sur introduce anche una migliore razionalizzazione delle notifiche grazie al nuovo centro notifiche, dove notifiche e widget si fondono per un’esperienza più fluida, meno invadente ma anche altamente personalizzabile (si possono regolare le dimensioni delle notifiche). Altra novità è rappresentata dalla App Messaggi: con emoji, gif e menzioni Apple ci assicura un’esperienza di utilizzo divertente e coinvolgente, che somiglia più ad un’esperienza mobile più che a una “desktop”.
Inoltre, Big Sur pone una discreta enfasi sull’aggiornamento della App Mappe, dove i miglioramenti si rifletterebbero nella capacità di sfruttare sui monitor dei nostri computer le capacità di pianificazione dei nostri itinerari. Se aggiungiamo a questo le guide dei nostri brand preferiti potremmo effettivamente esplorare i luoghi in maniera diversa e, persino, creare e condividere le nostre guide sulle località che preferiamo.
Centro di controllo nuovo, centro notifiche razionalizzato, un Safari potenziato e ridisegnato ma anche una migliore integrazione con i dispositivi mobile (basti pensare allo switch automatico per gli AirPods), sono solo alcune delle novità che ci aspettano aggiornando il nostro sistema operativo a Big Sur.
La rivoluzione dell’architettura hardware firmata Apple: il Chip M1
L’uscita di Big Sur non è ovviamente l’unica cosa di casa Apple che ha sorpreso positivamente il mondo informatico alla fine del 2020.
Sul web ormai è facile trovare videorecensioni che testimoniano le performance dei nuovissimi Mac forniti dell’innovativo chip M1. Incredulità, stupore…genuina ammirazione sono solitamente le reazioni che accompagnano i video in questione. Che cosa ha di particolare il chip M1?
Attualmente disponibile su Mac Mini, MackBook Air e MacBook Pro 13“il chip M1 segna una svolta importante. Apple decide infatti di aggiungere al suo arsenale una cpu prodotta e pensata per il suo ecosistema. La mossa coglie di sorpresa i produttori di CPU perchè le innovazioni che l’M1 apporta non si vedevano ormai da tempo; in un mercato dominato da Intel e solo recentemente scalfito dalla rinascita dei processori AMD l’aver introdotto una nuova CPU è già di per sè rivoluzionario.
Sbaglieremmo però se pensassimo al chip M1 come un semplice processore. L’intera architettura delle componenti è stata radicalmente trasformata per far spazio, se così si può dire viste le dimensioni nanometriche del chip, ad una maggiore integrazione tra le diverse componenti dell’hardware. Fiore all’occhiello di questa integrazione è il sistema UMA, di memoria unificata, per cui la memoria a banda larga e quella a bassa latenza sono state riunite in un singolo pool. Questo si traduce in velocità di accesso ai dati da parte del SoC (system-on-a-chip) incredibilmente più rapida. Se la nuova architettura e la grandissima quantità di transistor (mai così tanti racchiusi in un unico chip) vi dovessero confondere, i numeri delle prestazioni dovrebbero invece lasciare poco spazio alle perplessità.
I test eseguiti usando FinalCut (software di editing video) e Adobe Lightroom (software di editing fotografico) dimostrano aumenti di velocità di elaborazione dalle 4 alle 7 volte circa più grandi rispetto ad un Intel i7.
Ma la nuova architettura del M1 fa anche svettare Apple in cima alle classifiche nel rapporto Prestazioni/Consumi, addirittura raggiungendo il doppio della velocità rispetto ad una CPU classica con un quarto dell’energia consumata da quest’ultima.
Sbalorditive poi le prestazioni grafiche; mentre nei comuni PC c’è bisogno di un processore dedicato (che richiede energia), nell’ M1 la GPU ad otto core integrata riesce ad ottenere, a parità di consumi, delle prestazioni da fuoriclasse. Ad attrarre l’attenzione anche dei più scettici del mondo Apple è però sicuramente il Neural Engine a 16 core, anch’esso contenuto dentro l’M1. Il Neural Engine permette al computer di eseguire un numero di operazione che si aggira sugli 11 miliardi al secondo, rappresentando, di fatto, la base per un machine learning dalla velocità inaudita. Non sono però ancora chiarissimi i meccanismi che ruotano attorno al machine learning di Apple e spesso risulta complesso ai non addetti ai lavori afferrare la portata delle innovazioni che questo comporta.
Di questo e molto altro parleremo durante il webinar gratuito di Espero, con il nostro docente Andrea Fasoli, Apple Certified Trainer e Technician: siamo pronti a rispondere alle tue domande in tempo reale!