Pochi giorni addietro Apple ha annunciato il suo secondo trimestre fiscale migliore di sempre e un nuovo piano di buyback (l’operazione di acquisto in Borsa di azioni proprie) da 100 miliardi di dollari. Quest’ultima mossa è stata elogiata da alcuni investitori ma c’è anche chi disapprova queste scelte dell’azienda invitando a usare i profitti in modo diverso. Tra i critici c’è Ralph Nader, il candidato dei Verdi che nel 2000 impedì al democratico Al Gore di battere il repubblicano George W. Bush.
Nader ha pubblicato una lettera aperta indirizzata al CEO di Apple Tim Cook, riportata in parte da 9to5Mac, invitando Apple a investire di più sul lavoro e criticando l’amministratore delegato della Mela per non avere consultato gli azionisti sulla decisione.
“La scorsa settimana” scrive Nader, “avete annunciato il più grande buyback di azioni della storia aziendale, per un importo di 100 miliardi di dollari”. “Probabilmente nessun altro all’infuori di te e un paio di altri dirigenti hanno preso questa decisione prima di renderla nota al tuo compiacente consiglio di amministrazione”. “I proprietari della tua azienda – gli azionisti di Apple – non sono stati né consultati, né sentiti per l’approvazione”.
Nader spiega che il riacquisto delle azioni è un’arma a doppio taglio, evidenziando l’esempio di Cisco che, dopo grandi piani buyback e utili, ha visto il valore delle sue azioni “quasi dimezzare rispetto a marzo 2000”. L’attivista e politico statunitense evidenzia altre cose che il produttore di iPhone avrebbe potuto fare: con il 2% dei 100 miliardi di buyback o 2 miliardi di dollari, “Apple poteva concedere un anno intero di gratifiche ai 350.000 dipendenti Foxconn”. Una mossa di questo tipo “significherebbe felicità e un aiuto economico” per i lavoratori che “si trovano alle strette nel vostro immenso patrimonio lavorando in condizioni difficili, tanto da non poter acquistare i telefoni che producono”.
Secondo Nader Apple avrebbe potuto usare ancora i 100 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, in particolare per migliorare le condizioni lavorative della sua filiera. “Potete investire in ricerca e sviluppo con modalità che consentano di attenuare gli effetti delle velenose catene di approvvigionamento che vanno dalle pericolose miniere in Africa, alle nocive aree per lo smaltimento dei rifiuti solidi, quando gli utenti gettano via i loro prodotti”. “Molte patologie gravi, incidenti e morti sul lavoro connesse alla produzione dei vostri prodotti possono essere evitate”.
Nader continua ancora spiegando che alcuni fondi dovrebbero essere usati a sostengo di campagne per “ridurre i danni collaterali dall’eccessivo uso di iPhone da parte dei giovani, che porta a una vita sedentaria e all’obesità”. Apple ha già promesso il miglioramento di funzionalità specifiche per i genitori ma Nader suggerisce anche investimenti in strutture ricreative di quartiere in tutto il paese”.
L’attivista invita anche Apple ad abbassare i prezzi, lasciando intendere che gli attuali margini di profitto potrebbero essere isegnali di una collusione di mercato e un allarme per il garante della concorrenza e del mercato. “Negli anni ’60 e ’70 tali margini di utile sarebbero stati un allarme per l’antitrust, il segnale di possibili pratiche monopolistiche o di una situazione di collusione di mercato”.
Nader suggerisce ancora un uso più tradizionale delle grandi quantità di denaro disponibili, come ad esempio l’incremento di retribuzioni, pensioni e nuove assunzioni parlando di “nuovi investimenti produttivi” ma anche della “formazione dei lavoratori” e “servizi destinati ai consumatori”.
Bisogna in ultima analisi ricordare che, buyback a parte, Apple ha annunciato a gennaio di quest’anno un investimento di 350 miliardi, con una nuova serie di investimenti per consolidare l’impegno nel sostenere l’economia americana e la sua forza lavoro. Apple spenderà circa 55 miliardi di dollari con fornitori e i produttori statunitensi nel 2018, mentre la società prevede di investire oltre 30 miliardi di dollari in spese conto capitale negli Stati Uniti nei prossimi cinque anni, creando 20.000 nuovi posti di lavoro attraverso assunzioni nei campus esistenti e anche grazie all’apertura di nuovi campus, che avranno il compito di offrire supporto tecnico alla clientela. Ulteriori 10 miliardi di spese riguarderanno investimenti per la creazione di data center all’interno degli Stati Uniti.