Circa il 20% dei costi di costruzione nei cantieri ha a che fare con la correzione di errori umani, conseguenza di operai o altri responsabili che non hanno correttamente seguito quanto previsto in un progetto (misure sbagliate, errori durante le trascrizioni tra il rilevo e le note di produzione, impianti che occupano più spazio di quelli previsti, infissi aperti dalla parte sbagliata, colori errati, ecc.).
Un’azienda di Barcellona, Scaled Robotics, mira a minimizzare i conseguenti rifacimenti automatizzando il processo nell’avanzamento dei lavori monitorando automaticamente l’attività passo dopo passo usando specifici robot mobili autonomi.
Sfruttando sensori Lidar e altre tecnologie usate nella guida autonoma, Scaled Robotics ha creato una sorta di sosia di WALL-E (il protagonista del film di animazione di Pixar coprodotto con Disney) in grado di navigare e creare mappe di cantieri in costruzione, fondendo immagini, video e dati vari.
L’azienda, spiega a TechCrunch il co-fondatore Stuart Maggs, un uomo con esperienza di formazione nell’edilizia e nell’architettura, è nata “dal senso di frustrazione del non avere a disposizione strumenti automatici per verificare quello che progettiamo negli uffici”.
“Si passa molto tempo in ufficio, elaborando la visione di quello che volevi e che ritieni essere giusto, ma alla fine la responsabilità va a finire a qualcuno nel campo che magari ha in mano solo un metro a nastro e un pezzo di gesso e che dovrebbe fare le cose correttamente secondo come si sente quel giorno”.
I robot in questione sono stati distribuiti in cantieri in varie parti del mondo, incluso quello di Dura Vermeer nei Paesi Bassi e di Kier nel Regno Unito. Maggs afferma che è stato facile convincere l’industria delle costruzioni del valore del robot, e che si tratta di una risposta a un reale bisogno: la possibilità di effettuare un confronto sul campo con modelli digitali in alta risoluzione, permettendo ai responsabili di verificare l’effettiva progressione dei risultati e individuare problemi prima che questi si trasformino in spese troppo onerose.
“All’inizio i lavoratori sembrano perplessi”, spiega Maggs parlando del robot, ma alla fine lo accettano alla stregua di un qualsiasi altro strumento sul cantiere”.