Se, come avevamo scritto qualche giorno fa, il nuovo Galaxy S4 non rivoluziona ma comunque alza l’asticella dell’innovazione, bisognerebbe però aggiungere una postilla. L’asticella rimane alzata solo per un paio di mesi, almeno per quanto riguarda il lato del sistema operativo. Infatti, com’è (purtroppo per gli utenti Android) tradizione di quell’ambiente operativo, non è previsto automaticamente di poter aggiornare la versione di Android che viene fornita di serie con gli S4. E a partire dalla conferenza degli sviluppatori di Google prevista alla fine di maggio, all’attuale Jelly Bean 4.2.2 si aggiungerà la nuova Key Lime Pie.
Il punto non è che il telefono di per sé non possa accettare l’aggiornamento: con tutta probabilità è in grado di farlo. L’hardware infatti è nuovo e la potenza di calcolo tale da permettere di gestire un sistema più impegnativo (ammesso che lo sia) per supportare un numero maggiore di funzionalità. Ma il punto è che la maggior parte dei telefoni Samsung vengono venduti tramite operatore che spesso personalizza l’apparecchio con applicazioni e dashboard specifiche e che, soprattutto, blocca la possibilità degli aggiornamenti automatici.
In realtà il problema è ancora maggiore. A differenza del mondo iOS, dove Apple detta i tempi dell’innovazione sia del sistema operativo che del telefono, nel mondo della concorrenza tra produttori su licenza di Android le cose sono diverse. I produttori dei telefoni come Samsung non hanno infatti visibilità su quali release di Android potranno usare e soprattutto non hanno la possibilità di utilizzarle in anticipo rispetto a tutti gli altri sviluppatori. Da un punto di vista strategico, in queste situazioni di incertezza, per un produttore conviene uscire rapidamente con il migliore telefono possibile anziché aspettare di vedere come sarà la prossima release del sistema operativo di casa, che verrà anche vista dalla concorrenza sulla medesima piattaforma.
Per Samsung la cosa si fa ancora più complicata perché il produttore coreano fa delle personalizzazioni importanti al sistema operativo del telefono, soprattutto tramite l’interfaccia TouchWiz, che ha bisogno di essere adatata e personalizzata rispetto alla nuova versione del sistema operativo. E poi deve essere vista ed approvata dalle compagnie telefoniche che vendono in modalità sussidiata i telefoni. Insomma, un giro lungo che rischia di rendere un telefono brillante nelle premesse un ritardatario nella realizzazione delle stesse. È questo uno dei massimi motivi di fastidio da parte di Samsung per quanto riguarda Android, e uno dei motivi – si sostiene – per cui l’azienda coreana, forte di uno dei brand più riconoscibili dopo quello di Apple, iOS, Google e Android, starebbe pensando a una sua versione autarchica del sistema operativo dei suoi telefoni.