Thomas Moyer, ufficiale responsabile della sicurezza globale di Apple, è accusato di corruzione dal tribunale di Santa Clara per aver offerto tangenti a uno sceriffo della stessa città della California per ottenere i permessi per portare armi nascoste. Ma i primi documenti sulla vicenda offrono anche una interprestazione completamente diversa, così come conferma una dichiarazione ufficiale rilasciata da un portavoce della multinazionale di Cupertino.
Il “Concealed carry” è la pratica di portare un’arma (come una pistola) in pubblico in modo nascosto, sulla propria persona o nelle immediate vicinanze. Il permesso, noto con la sigla CCW (“Carrying a Concealed Weapon”), consente di portare con sé una pistola o qualsiasi altra arma (non necessariamente letale) nascosta.
Secondo quanto emerge da una indagine risalente all’anno scorso, il procuratore generale di Santa Clara (California) accusa l’uomo che lavora per Apple di avere promesso 200 iPad del valore di 70.000 dollari per ottenere quattro licenze CCW che sarebbero state utilizzate dai dipendenti della Mela. L’ufficio dello sceriffo d Santa Clara si occupa anche della città di Cupertino in particolare, e da quanto sembra emergere nelle indagini, l’uomo avrebbe fatto capire di poter far leva sul suo ruolo in azienda per prometterei iPad in cambio dei permessi.
Ma i primi documenti che emergono sulla vicenda offrono anche una interpretazione molto diversa. Sembra infatti che il vicesceriffo Rick Sung e lo sceriffo James Jensen abbiano trattenuto per lungo tempo i quattro permessi richiesti da Apple, ricattando il responsabile della sicurezza Apple Thomas Moyer, sotto la richiesta di rilasciare i porto d’armi solo alla consegna di una ingente donazione di iPad all’ufficio dello sceriffo.
Moyer, che lavora da 14 anni in Apple, è uno dei quattro accusati in questa intricata vicenda nella quale è implicato anche un broker assicurativo. L’avvocato di Moyer riferisce che il suo cliente è quello che sta subendo danni collaterali. Un portavoce di Apple ha dichiarato «Ci aspettiamo che tutti i nostri dipendenti si comportino con integrità. Dopo aver appreso delle accuse, abbiamo condotto una indagine interna approfondita e non abbiamo riscontrato alcun illecito».
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