John Pinette, Vicepresidente della divisione Global Communications di Meta (ex Facebook) ha lasciato l’azienda. Il suo ritiro a quanto pare è frutto di una decisione ponderata in seguito alle sempre maggiori pressioni sull’azienda, con gli ultimi mesi che sono stati a dir poco complicati per via dei documenti riservati emersi in rete in merito agli approcci per la tutela della privacy e della sicurezza, questioni relative alla mancanza di controlli sulla diffusione di notizie false, le rivelazioni di Frances Haugen (la whistleblower che ha denunciato alcuni comportamenti dell’azienda) e altri problemi che hanno sconvolto l’azienda al punto da provare a giocare la carta del cambiamento del nome e della brand identity.
Gizmodo scrive: “Non si può biasimare qualcuno che scappa da un edificio in fiamme”, spiegando che il Vice Presidente responsabile Global Communications è stato costretto a lottare per spegnere “incendi” come addetto alle PR, il più importante dei quali è stato il rogo “Facebook Papers”, documenti interni diffusi dalla whistleblower ed ex dipendente Frances Haugen che evidenziano o i fallimenti della dirigenza nel contenere la disinformazione, l’incitamento all’odio e la violenza sulla piattaforma, alcune volte per carenza di mezzi tecnici, altre ancora per non danneggiare i profitti che derivano da discutibili attività nelle interazioni delle persone su Facebook.
“Oggi sarà il mio ultimo giorno a Meta”, ha scritto Pinette in un post. “So che il team continuerà a lavorare sodo mentre si impegna a svolgere uno dei lavori più difficili e importanti nel campo della Comunicazione”.
Pinette era entrato nel gruppo nel 2019, dopo un’esperienza ventennale nel campo; nel suo curriculum vanta lavori anche per conto di Google e Microsoft.
Pochi giorni addietro un sondaggio di Yahoo! Finance ha indicato Facebook come la peggiore azienda del 2021.