Drobo, e la società madre StorCentric, azienda specializzata in soluzioni di storage, hanno dichiarato fallimento. Entrambe le aziende hanno presentato simultaneamente presso il tribunale di San Jose (California) istanza di fallimento secondo i termini del cosiddetto “Chapter 11”, una norma della legge fallimentare statunitense.
Drobo si è fatta notare per unità di storage esterno pensati per le piccole e media imprese, nonché i professionisti. L’azienda si era inizialmente distinta dai concorrenti per avanzati sistema di archiviazione in grado di ospitare all’interno più dischi, indipendentemente dalla capacità, dalla velocità di rotazione dei piatti e delle memoria cache integrata, semplificando l’espansione dello spazio di archiviazione aggiungendo un altro disco (non necessariamente stesse marche, modelli e dimensioni di quelli già presenti, configurazioni note come “BeyondRAID). I punti di forza dell’azienda sono diventati con il trascorrere del tempo meno importanti man mano che altri produttori hanno cominciato a offrire soluzioni simili, e non sono mancati problemi con alcune unità che non sono stati un toccasana per le casse dell’azienda.
La pandemia di COVID-19 è stata fatale per Drobo; nel 2020 l CEO nel blog aziendale ha fatto riferimento a problemi di approvvigionamento nella supply chain, promettendo il ritorno alla normale attività ma così non è mai stato e qualsiasi prodotto sullo store europeo era/è perennemente indicato come “sold out”.
Bancarotta non significa ad ogni modo che l’azienda non possa risollevarsi ed è appunto questo lo scopo del “chapter 11”, una istanza volontaria per la riorganizzazione, grossomodo equivalente all’amministrazione controllata un tempo prevista nella legislazione italiana. Quando un imprenditore negli Stati Uniti non è in grado di onorare i suoi debiti, quest’ultimo o i suoi creditori possono chiedere a una corte federale la protezione prevista dal Chapter 7 o dal Chapter 11; nel primo caso l’impresa cessa la sua attività e un trustee vende tutti i suoi beni e distribuisce il ricavato ai creditori; nel secondo caso l’imprenditore rimane solitamente in possesso dei suoi beni ed è però sottoposto al controllo e alla giurisdizione della corte, impostando una riorganizzazione e non una liquidazione con l’obiettivo che mira a risanare la situazione e far uscire l’impresa dal Chapter 11.