I dubbi sul fatto che le politiche di Apple conseguenti l’entrata in vigore del Digital Markets Act (DMA) e il lancio di iOS 17,4, possano far nascere gli App Store alternativi (con ragione) proliferano, ma qualcuno pare crederci. Tra questi, MacPaw, azienda nota agli utenti Mac per l’utility CleanMyMac X che promette appunto il lancio di un nuovo store.
Lo sviluppatore basato in Ucraina (che aveva già fatto sapere di essere intenzionato a sfruttare la legge) è probabilmente la realtà più pronta sia dal punto logistico che organizzativo. Offre già una alternativa al Mac App Store per gli utenti Mac, uno store denominato Setapp che propone oltre 240 app con un solo abbonamento di 9,99$ al mese (una sorta di Netflix delle app).
Mykola Savin, direttore Product Management di MacPaw, sul blog aziendale scrive: “Facendo strada nella complessità di un panorama in continua evoluzione, quest’anno ci stiamo preparando per una impresa entusiasmante: il lancio del marketplace mobile di Setapp nell’UE. Si tratta di una funzionalità molto richiesta dai nostri utenti, e ci stiamo impegnando per offrirla con la stessa attenzione incentrata sull’utente, e con lo spirito innovativo che ci caratterizza”.
MacPaw afferma di voler creare “un equilibrato ecosistema di app nel quale gli sviluppatori possano crescere con un modello commerciale che promuove condizioni eque e valori, indipendentemente dalla loro dimensione”, in altre parole l’idea è diventare una scelta allettante per gli sviluppatori, scavalcando molti obblighi che Apple impone.
Il progetto è in fase di sviluppo da tempo (ne avevamo parlato ad agosto dello scorso anno): MacPaw riferisce che suoi team “sono nelle fasi finali dello sviluppo di una versione beta del marketplace mobile di Setapp”, e che questo dovrebbe essere pronto entro l’anno e ad ogni modo prima di quanto inizialmente previsto.
Benché lo store alternativo sarà utilizzabile solo dagli utenti UE, si tratta ad ogni modo di un mercato enorme, tenendo conto che un terzo degli iPhone si vende nei 27 Stati membri dei Paesi UE. Non mancano ad ogni modo le difficoltà e Apple sembra avere già messo dei paletti, compreso il fee per l’elaborazione dei pagamenti: Le app per iOS sull’App Store possono usare l’elaborazione dei pagamenti della piattaforma a fronte di un fee aggiuntivo del 3%.
Chi sviluppa app può usare un provider di servizi di pagamento all’interno della propria app o indirizzare l’utente al proprio sito web per elaborare il pagamento senza corrispondere nulla a Apple. Le app iOS distribuite dall’App Store e/o da un’app-marketplace alternativa pagheranno € 0,50 per ogni prima installazione per anno oltre la soglia di un milione.