Il Presidente di Samsung, Lee Kun-hee, 71 anni, aspira a un nuovo corso per la società. È quanto è emerso dal tradizionale discorso annuale ai dipendenti. “È giunto il momento di fare nuovi cambiamenti” ha dichiarato ai 1.800 dirigenti del gruppo e delle società controllate, riuniti per l’occasione per seguire l’evento anche tramite collegamenti video. La trasformazione deve passare individuando “Nuovi modelli di business e strategie da sviluppare nel giro di cinque o dieci anni”.
Il focus dovrà essere il software, con “I centri di ricerca e sviluppo che dovranno funzionare 24 ore su 24”. Samsung è diventata il primo produttore al mondo di cellulari, superando Nokia ma non deve riposare sugli allori. “Siamo costantemente sfidati sulle nostre attività principali dai concorrenti, il tempo stringe per le attività dove siamo meno forti”. I commenti ricordano quanto Lee Kun-hee disse venti anni addietro, consigliando di cambiare tutto, “Escluse mogli e figli”. L’idea odierna è che è fondamentale innovare per prepararsi al “futuro incerto”. Tra i problemi dello scorso anno, anche un breve accenno ad Apple quando si è parlato “di difficoltà”.
Anche quest’anno il riferimento diretto a Cupertino non è mai stato pronunciato apertamente, ma la multinazionale della Mela è il primo nome che viene in mente quando il presidente di Samsung indica l’urgenza di migliorare nelle attività dove il colosso coreano è meno forte, dalle sfide costanti poste dai concorrenti e sulla necessità di innovare a pieno regime.
Ieri, lo ricordiamo, il titolo ha subito un brusco calo in borsa, perdendo il 4,6% del suo valore: un tonfo da 9 miliardi di dollari, la più grande perdita giornaliera di sempre. Molti investitori sono scettici sulla capacità del gruppo di continuare a crescere: troppi elementi affidati solo al business nel settore mobile, con margini sempre più ridotti, tralasciando le altre attività. Nel campo mobile la concorrenza diventa sempre più forte, i prezzi calano e i margini diventano sempre meno rilevanti.
Uomo più ricco della Corea, con un patrimonio personale stimato in oltre 10 miliardi di dollari secondo Forbes, Kun-hee ha avuto una vita degna di una telenovela: qualche tempo addietro è stato accusato di aver sottratto ai familiari importanti quote societarie: i fratelli Lee Maeng- Hee e Lee Sook-hee l’hanno denunciato per aver derubato loro 790 milioni di dollari. Il fratello maggiore Maeng, ha in passato detto di lui che è “troppo avido e infantile”; la sorella Sook non si è pronunciata; si dice ad ogni modo fosse quest’ultima la preferita del padre, Lee Byung-chull, il fondatore dell’impero; questa fu però ripudiata per aver sposato un membro della famiglia Keumsong, tra i proprietari di LG.
Samsung, lo ricordiamo, non si occupa solo di elettronica: fanno parte del raggruppamento Samsung Heavy Industries (secondo gruppo mondiale di cantieri navali), Samsung Engineering e Samsung C & T (costruzioni), Samsung Life Insurance (assicurazioni), società che si occupano di pubblicità; il gruppo possiede società specializzate in hotel, in parchi a tema, gruppi farmaceutici, automobili e altro.
Nel 2005 la figlia prediletta di Lee, Lee Yoon-Hyung, si è impiccata nel suo appartamento a New York. Il marito di un’altra figlia, Hong Seok- hyun, economista, editore e fino al 2005 ambasciatore a Washington, studiava per diventare segretario delle Nazioni Unite: è stato colto in flagrante mentre trasportava sacchi della spazzatura pieni di banconote, tangenti destinate a politici di Seul. Il patriarca Lee è stato processato e condannato nel 2008 a tre anni e 109 milioni di dollari di multa per evasione fiscale: graziato, è tornato al suo posto.