Cristiano Amon, presidente di Qualcomm, intervistato da Yahoo Finance sulla questione dei chip-modem che vede l’azienda contrapposta con Apple, continua a sostenere la linea dell’azienda secondo la quale un accordo è possibile.
“Sentiamo che stiamo per avvicinarsi al termine di questo gioco; abbiamo molte tappe giudiziarie fondamentali in avvicinamento” ha spiegato Amon. “Prevediamo nel 2019 eventi che porteranno, in un modo o in un altro, a una composizione”.
Apple ha in precedenza sfruttato i chip-modem di Qualcomm per i suoi iPhone per la gestione della connettività wireless; all’inizio del 2017 Apple ha citato in giudizio Qualcomm accusando il produttore di chip-modem di pratiche anticoncorrenziali. Secondo la Mela, il produttore di chip avrebbe imposto alle imprese acquirenti costi elevati e fuori mercato per l’utilizzo di alcune tecnologie e brevetti, facendo leva sulla sua posizione monopolistica. Per via delle dispute legali in corso, Apple ha anche bloccato il pagamento di licenze che in passato gonfiavano i conti di Qualcomm. Il produttore di chip-modem nega le accuse e afferma di vantare 7 miliardi di dollari da Apple per il mancato pagamento di royalty. La prima udienza è programmata per l’inizio del 2019.
Un accordo in grado di riportare armonia tra le parti sarebbe certamente gradito dagli azionisti di tutte e due le società. Quella più propensa a scendere ad accordi sembra Qualcomm, anche perché sa di non poter fare a meno dell’ecosistema Apple e della spinta che questa può dare alle tecnologie legate al 5G. Apple è convinta di avere ragione e d’altra parte Qualcomm più volte è stata multata dalle autorità antitrust, incluse quelle cinesi, oltre a essere finita sotto accusa anche nell’Unione europea.