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Il Presidente di Expedia, che vive di commissioni, si lamenta delle commissioni Apple

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Barry Diller, presidente di IAC (conglomerato USA che opera in diversi settori di affari) ed Expedia, ha parlato male delle commissioni trattenute da Apple sugli acquisti in-app, accusando la Mela di trattenere un margine eccesivo che è pari al 30% delle commissioni per gli acquisti in-app.

Diller, parlando con CNBC, ha definito “esagerate in maniera disgustosa”, le commissioni trattenute da Apple, e definito “ingiustificabili e “criminali” le giustificazioni di Apple che fa riferimento alla sicurezza dell’App Store.

Apple, lo ricordiamo, non riceve alcuna commissione né per il supporto, l’hosting e la distribuzione di app gratuite, né sulle transazioni di prodotti e servizi fisici all’interno dell’app. Per gli acquisti in-app il download è gratuito e gli utenti possono scegliere di pagare per funzioni e contenuti digitali aggiuntivi con il sistema di acquisto in-app di Apple. Gli sviluppatori incassano il 70% del ricavato derivante dagli acquisti in-app, mentre a Apple va una commissione del 30%. Stesso discorso per le app a pagamento: gli sviluppatori incassano il 70% del ricavato della vendita e a Apple spetta una commissione del 30%.

App Store contro Google Play, meno download ma più ricavi

Diller si è lamentato del quasi-monopolio di Apple e confrontato la commissione del 30% a quello delle società di carte di credito che ottengono una commissione di circa il 2% sulle transazioni. “È irrazionale; il 30% non ha senso”, spiega che solo “Match” (un sito per incontri) paga 500 milioni di dollari l’anno a Apple. “Vi sembra qualcosa di razionale?”.

Match Group (il gruppo sotto il cui cappello c’è Match) è uno di quelli che ha testimoniato contro Apple nell’udienza di aprile al Senato statunitense, accusando la Mela di comportamento anticoncorrenziale, in qualità di “guardiano” dell’App Store.

Secondo Diller, per Apple sono necessarie regolamentazioni per salvaguardare la concorrenza, senza necessariamente dividere l’azienda. “Ha senso la regolamentazione, un’adeguata regolamentazione”, ribadendo che “quando sei grande e hai troppo potere sono necessarie normative”.

L’intervista è stata fatta nell’ambito del processo che vede contrapposte Apple a Epic Games, con Tim Cook (CEO di Apple) recentemente sentito come testimone. L’interrogatorio di Cook si è rivelato duro e critico nei confronti di Apple; dall’esito del processo potrebbe dipendere il modo in cui Apple sarà costretta a in futuro a gestire il suo App Store, obbligata a fornire nuove modalità di pagamento per gli acquisti in-app e persino apre iPad e iPhone a store di terze parti (scelta che Apple contesta per l’impossibilità di garantire la sicurezza delle app).

Apple sostiene la necessità di mantenere lo status quo dell’App Store, evidenziando la sicurezza per gli utenti e come l’azienda contribuisca a mantenere l’App Store un luogo sicuro e affidabile, tenendo conto di misure atte a prevenire rischi vari.

La diatriba di Epic Games contro Apple è iniziata con l‘introduzione in Fortnite di un sistema di pagamenti diretto vietato dalle regole di App Store, ma anche dal regolamento di Google Play Store: il gioco è stato espulso da entrambi i negozi digitali. Tutti gli sviluppi della vicenda sono disponibili da questa pagina.

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