Il comportamento di Apple è profondamente inquietante. A dirlo è David Cicilline, presidente del comitato antitrust americano, in un’intervista in cui accusa anche Amazon, Facebook e Google di anti-concorrenzialità. «Il congresso deve agire» spiega al giornalista di Bloomberg «Queste aziende abusano del proprio potere per mantenere il predominio sul mercato schiacciando i concorrenti, escludendo le persone dalla propria piattaforma e guadagnando una rendita sul proprio monopolio».
Parole dure che emergono in merito alla battaglia legale intrapresa a inizio mese da Epic Games nei confronti di Apple, accusata perché chiede una commissione pari al 30% su tutti gli incassi che gli sviluppatori fanno tramite le proprie applicazioni distribuite su App Store. C’è un’indagine antitrust in corso – spiega Cicilline – che porterà a delle modifiche sulle attuali leggi antitrust. «E’ in fase conclusiva un’indagine durata un anno in cui Amazon, Facebook e Google vengono indagati sulle proprie attività». Nel mezzo c’è anche Apple, che deve rispondere alle proprie politiche dell’App Store, che comprende non solo la commissione al 30% sulle transazioni in-app ma anche il processo di revisione delle applicazioni e la privacy dei consumatori.
Per il momento il presidente del comitato antitrust americano non ha detto di più, sbilanciandosi soltanto su alcune delle potenziali soluzioni che il Congresso potrebbe adottare per porre rimedio a questo presunto comportamento anti-concorrenziale. Una di queste – spiega – potrebbe essere una legge simile al Glass-Steagall Act, quella con cui nel 1933 vennero introdotte diverse riforme per controllare la speculazione finanziaria. Una misura fu quella di istituire la Federal Deposit Insurance Corporation con lo scopo di garantire i depositi e prevenire eventuali corse allo sportello e ridurre il rischio di panici bancari, mentre una seconda misura prevedeva l’introduzione di una netta separazione tra attività bancaria tradizionale e attività bancaria di investimento. In questo modo, le due attività non poterono più essere esercitate dallo stesso intermediario, realizzandosi così la separazione tra banche commerciali e banche di investimento.
Se applicata in questo settore, una clausola di questo genere impedirebbe ad un’azienda come Apple di competere sulla piattaforma che gestisce. «E’ una grande idea» ha spiegato Cicilline «Perché ci permetterebbe di mettere mano a quella che attualmente è una situazione carica di conflitti e che penso sia mettendo luce ad un enorme dominio sul mercato e a comportamenti di bullismo come quelli che esercita Amazon, per dire». Resta difficile comunque dire oggi in che misura, una legge di questo tipo, condizionerebbe la gestione della piattaforma iOS da parte di Apple. Potrebbe probabilmente costringere la società a modificare le attuali restrizioni dell’App Store che vietano, ad esempio, l’ingresso di negozi di applicazioni di terze parti.
Secondo quanto spiegato nell’intervista, il comitato si concentrerà su quattro punti. Uno di questi prevede la modifica delle leggi antitrust attualmente esistenti e che risalgono a più di un secolo fa, tra le altre si pensa di approvare delle riforme che si occupino in maniera specifica del settore tecnologico. Una linea maggiormente definita potrebbe arrivare già a settembre – conclude Cicilline. Staremo a vedere.